San Francisco (USA) – Si chiamano MRAM, Magnetic Random-Access Memory, le memorie a cui IBM sta lavorando da oltre 25 anni e che oggi potrebbero finalmente partire alla conquista del mercato. Insieme al chipmaker Infineon, IBM ha infatti mostrato i primi prototipi di moduli MRAM, memorie che a differenza dei tradizionali chip DRAM (dynamic RAM) e SRAM (static RAM) immagazzinano le informazioni attraverso cariche magnetiche, similmente a quanto fanno gli hard disk.
Questa caratteristica fa sì che le MRAM siano più veloci delle attuali memorie in silicio, consumino molta meno energia e, cosa non da poco, conservino le informazioni immagazzinate anche in assenza di corrente elettrica. IBM sostiene che le MRAM, racchiudendo in sé le migliori caratteristiche delle memorie tradizionali (DRAM, SRAM e Flash) possano potenzialmente essere utilizzate in qualsiasi apparato elettronico, dai PC ai telefoni cellulari, dagli handheld alle macchine fotografiche digitali.
Se IBM e Infineon riusciranno, con la tecnologia attuale, a sviluppare chip MRAM di dimensioni e costi contenuti, già a partire dal 2004 potremmo vedere i primi esemplari in commercio. Una lenta maratona, questa di Big Blue, che come si è detto ha radici lontane, circa metà anni ’70, e che se avrà successo potrebbe davvero sgonfiare la grande sfida del momento, quella fra memorie Rambus e DDR SDRAM, e far incassare a IBM un sacco di soldi per la vendita delle licenze.
Come si è visto nel caso delle Rambus, però, il mercato ha dimostrato di non gradire molto gli standard proprietari, un fattore che IBM farà bene a considerare con molta attenzione.