Il business della caccia ai pirati

Il business della caccia ai pirati

È aperta la stagione venatoria nei circuiti P2P. Questa volta sono i produttori delle opere pornografiche a cercare di monetizzare il sommerso. Offrendo un'alternativa alla via del tribunale
È aperta la stagione venatoria nei circuiti P2P. Questa volta sono i produttori delle opere pornografiche a cercare di monetizzare il sommerso. Offrendo un'alternativa alla via del tribunale

Sembra destinata a generare molte polemiche la vicenda relativa al nuovo modo di trattare con chi viene ritenuto responsabile di violazione del diritto d’autore offerto da <a href="http://nexiconinc.com/] ai suoi clienti: un sistema automatico e rapido, che punta sul patteggiamento della pena prima che si finisca in tribunale.

A ideare l’intero apparato è la stessa azienda che ha già realizzato programmi simili in ambito musicale. In questo caso, con alle spalle un passato da retailer nel settore dei tabacchi, Nexicon offre i propri servizi a chiunque voglia tenere al sicuro il proprio copyright soprattutto nel settore del video digitale. Per questo motivo nasce Video Protection Alliance ( Nexicon ), piattaforma che ha trovato un buon riscontro soprattutto nell’ambito delle case cinematografiche dedite alla realizzazione di film pornografici.

Dopo aver firmato il sodalizio con VPA, il detentore dei diritti non deve fare altro che attendere l’evolversi della situazione. Il tutto avviene in materia [automatica[http://torrentfreak.com/automated-legal-threats-turn-piracy-into-profit-090628/” target=”_blank”>VPA : grazie all’utilizzo di speciali software vengono scandagliate le varie reti P2P, alla ricerca dei file i cui diritti appartengono ai propri clienti. Una volta individuato lo sharer colpevole, il sistema ne individua l’IP e manda una comunicazione all’utente utilizzando l’ISP di appartenenza.

Tale comunicazione altro non è che un invito a trattare, una notifica utile a rendere consapevole l’utente, avvertendolo dell’imminente procedimento a suo carico e offrendogli la vantaggiosa opportunità di “accordarsi senza far finire la faccenda in tribunale”. Pagando, quindi. Diversamente, l’utente viene informato della volontà di proseguire il cammino burocratico che, in caso di giudizio negativo, lo porterà a risarcire non solo i danni materiali, ma anche le spese legali e “tutto quello che sarà incluso nelle clausole del provvedimento giudiziario”.

In più, per completare questa perfetta strategia viene anche ventilata la possibilità che la connessione al web dell’accusato possa essere repentinamente sospesa. Onde evitare tutto ciò, l’utente viene invitato a pagare una cifra per ogni file, utile a risolvere il contenzioso e a far decadere qualsiasi accusa. Una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ad una decina di dollari per file, somma ritenuta da VPA e soci “ben più irrisoria del costo da dover sostenere per consultare un legale professionista” e approntare una strategia difensiva.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
30 giu 2009
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