Ottawa (Canada) – Ci sono voluti solo pochi giorni perché la sentenza di un giudice federale canadese favorevole al peer-to-peer attivasse gli anticorpi dell’industria della musica e del cinema che nel P2P vede un nemico da abbattere. Il Governo di Ottawa ha infatti fatto sapere di voler spingere affinché le attuali leggi vengano modificate.
Il ministro alla Cultura nazionale del Canada, Helen Scherrer , ha spiegato che il Canada non può distinguersi come paese nel quale è legale il file sharing di opere protette , come viene indicato da quella sentenza, ma che anzi è necessario adeguare le normative canadesi a quelle che proteggono il diritto d’autore e le proprietà intellettuali già operative in altri paesi.
“Come ministro della Cultura canadese – ha spiegato – nei tempi più brevi possibili chiederò modifiche alle nostre leggi sul copyright”.
La presa di posizione del Ministro non è passata inosservata e sta già guadagnandosi gli applausi dei rappresentanti canadesi dell’industria dei contenuti. Proprio loro, d’altra parte, e in particolare la Canadian Recording Industry Association (CRIA), avevano denunciato alcune decine di utenti dei sistemi peer-to-peer e avevano chiesto ai provider di fornire i nominativi corrispondenti agli IP individuati via P2P.
La decisione del giudice federale secondo cui la CRIA non poteva dimostrare che l’uso del file sharing costituisca una violazione di copyright, e dunque non aveva il diritto di denunciare chi usa le piattaforme di scambio, aveva fatto gridare allo scandalo l’industria. A quanto pare, la singolare normativa canadese in materia è destinata a cambiare molto presto.
Va detto che non è la prima volta che il Canada si distingue nel mondo del file sharing. Soltanto qualche mese fa, la Copyright Board, che si occupa del diritto d’autore nel paese, aveva dichiarato non punibile il download di file protetti ma sanzionabile soltanto l’upload, come viene definita la “messa in condivisione” di file attraverso il P2P.