Washington (USA) – Non ha nemmeno compiuto due anni ma la piccola società statunitense ACAGI, il cui sito è in rifacimento, sta già salendo agli onori delle cronache grazie ad un singolare prodotto che ha sviluppato e che molti ritengono possa essere utilizzato dai soldati statunitensi in missione all’estero.
Si tratta di un dispositivo di riconoscimento facciale studiato per poter essere montato anche su fucili e mitragliatori: l’idea è di consentire ai militari di capire se i volti che scorrono nella “cam” del sistema, una sorta di “mirino” aggiuntivo, appartengono a qualche ricercato o se segnalano un potenziale pericolo.
Il dispositivo, sviluppato da ACAGI in collaborazione con l’ Università del Maryland , “pesca” infatti in un ricco database le informazioni del volto di persone note e ricercate. Ma non si limita a questo: aggiorna contemporaneamente il database consentendo ad un militare di verificare se un certo volto è già stato visto in una certa zona. Un’informazione utile, così viene detto, per ridurre i rischi di missione e individuare più facilmente persone potenzialmente pericolose.
“Se il nostro sistema vede qualcuno che conosce – spiegano alla ACAGI – te lo fa sapere, e lo fa sapere ad altri, cosicché sia possibile prendere rapide decisioni”.
Un comunicato stampa di presentazione del dispositivo si trova a questo indirizzo .