Il futuro è da ri-brevettare

Il futuro è da ri-brevettare

Lo dice l'ente dei brevetti britannico, che rilancia l'idea di un confronto internazionale per individuare nuovi metodi e strategie. C'è chi parla di software
Lo dice l'ente dei brevetti britannico, che rilancia l'idea di un confronto internazionale per individuare nuovi metodi e strategie. C'è chi parla di software


Londra – La compromessa reputazione dello United States Patent and Trademark Office ( USPTO ), ha stimolato il Regno Unito ad esaminare le condizioni del suo ente brevetti e allo stesso tempo a rilanciare l’idea di un confronto internazionale. Lo scorso dicembre il Cancelliere del Tesoro, Gordon Brown, aveva incaricato il funzionario Andrew Gowers di occuparsi di un’indagine approfondita sullo stato del sistema brevetti anglosassone. A distanza di un mese lo UK Patent Office , pur difendendo il suo operato degli ultimi anni – fortemente messo alla prova dalle pressioni delle aziende IT – è convinto che vi sia bisogno di una maggiore cooperazione a livello internazionale.

Hugh Edwardes, direttore del Patents Directorate , ha dichiarato che le debolezze dimostrate dal sistema americano, soprattutto riguardo al software, sono un chiaro segnale di quanto sia importante rivedere alcuni punti fondamentali del sistema brevetti. “Le persone sono convinte che certi brevetti depositati, come il noto Amazon one-click buy, non siano degni. Se il sistema accetta registrazioni di questo tipo è evidente che si viene screditati”, ha dichiarato Edwardes.

UK Patent Office è dell’idea che i fondamenti del suo lavoro ormai abbiano stimolato un dibattito che potrebbe portare ad individuare le strategie per il futuro. Il problema della brevettabilità del software , ad esempio, in Europa è ancora al centro di confronti istituzionali. The Patent Office vuole delle risposte, e al più presto.

Secondo Edwardes la questione di fondo è piuttosto semplice. Bisogna individuare quale sia il corretto equilibrio fra un sistema che premia i brevetti “triviali”, come quelli che hanno fatto perdere credibilità agli Stati Uniti, e un sistema “troppo rigido” che non riconosca adeguata protezione alle vere innovazioni .

Robert Jackson, partner dello studio legale Frank B Dehn & Co specializzato nel settore, ha citato come esempio l’ultimo scontro in tribunale che ha visto InPro contro RIM , la produttrice di Blackberry. L’azienda statunitense, denunciata per la violazione di alcuni brevetti, è al centro di una disputa legale nella quale il Patent Office, invece di esprimersi al riguardo, ha lasciato ai giudici la libera interpretazione dei documenti.

Per Jackson questo sistema sembra essere perfetto solo per favorire le grandi aziende . Se il Patent Office disponesse di un maggiore potere le sentenze probabilmente andrebbero in un’altra direzione. Ma questo potrà essere solo il frutto di una scelta politica, e i giganti dell’industria non possono che essere contrari: le loro partite le fanno giocare ai loro avvocati. Un sistema brevetti più rigido diminuirebbe certamente il loro potere di azione.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
8 feb 2006
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