Roma – Lo spam che invade l’affettività . Questo il titolo dell’articolo con cui Punto Informatico ha recentemente affrontato il problema di uno degli spam più insidiosi e offensivi degli ultimi tempi, quello che promettendo relazioni amorose invitava gli utenti della rete e della telefonia mobile a comporre numeri telefonici a pagamento. Ora di questa storia ha deciso di occuparsi il Garante per la privacy.
Dopo le segnalazioni di numerosi consumatori e utenti, l’Ufficio di Stefano Rodotà ha infatti formalmente aperto le indagini per verificare il comportamento di tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dalle imprese da cui si sono originati questi messaggi per finire agli operatori che hanno fornito loro i numeri a pagamento.
Come si ricorderà, con vari artifici si invitavano gli utenti a rispondere a “qualcuno” che “ama in segreto” chiamando un 899.xxx.xxx dal costo di 5 euro al minuto. Chiamando, naturalmente, non c’era alcuno spasimante ad aspettare la vittima dello spam. Una situazione che ha indotto moltissimi lettori di PI a scrivere indignati alla redazione.
L’Autorità di Rodotà intende sapere da tutti i soggetti dove hanno reperito le email e i numeri di telefono degli utenti spammati, se avevano il loro consenso e se siano stati raccolti anche altri dati e, nel caso, per quali finalità.
In secondo luogo l’Ufficio del Garante indagherà anche sui rapporti tra queste società e gli operatori telefonici che hanno messo a disposizione i numeri utilizzati per questa operazione commerciale.
Contro questi episodi, Portel.it ha recentemente attivato una petizione per cercare di bloccare sul nascere lo spam via SMS e, in futuro, MMS.