Il P2P? Crea consapevolezza

Il P2P? Crea consapevolezza

Lo sostiene un lettore secondo cui non di furto di opere si tratta ma di maggiore conoscenza: si acquista solo ciò che piace davvero e non si compra più... a vanvera
Lo sostiene un lettore secondo cui non di furto di opere si tratta ma di maggiore conoscenza: si acquista solo ciò che piace davvero e non si compra più... a vanvera


Roma – Ciao, mi chiamo Riccardo e sono un vostro lettore da tempo, vi scrivo per dire solo una cosa in merito all’articolo sul P2P Rapporto OECD, parlano IFPI e FIMI : non ho letto, nelle risposte di Enzo Mazza, alcun accenno ad un possibile calo di prezzi di CD o DVD. Microsoft vende ad 1 euro Windows e stronca la pirateria in posti in cui vige da sempre, qui invece si spacca tutto e si intasano i tribunali con cause su cause trascinando persino minorenni in gineprai legali.

La percezione che la gente ha di tutto questo è assai negativa, si vede subito come gli interessi di qualcuno smuovano cose che nemmeno gli interessi di molti smuoverebbero. Il P2P ha tanta presa perchè permette a chiunque, squattrinati compresi, di poter scegliere quello che gli pare, cosa normalmente preclusa. Il senso di libertà che questo ti infonde, la nostra stessa natura che ci porta a collezionare, conservare, mettere da parte per i momenti di magra ci trascina in un stipare continuo di Giga che MAI avremmo comperato anche perchè non avremmo MAI potuto.

Se ci pensiamo bene per poter entrare in un qualsiasi P2P e non essere bannato o emarginato spesso devi ben condividere qualche cosa; in alcuni casi sei costretto a condividere anche oltre i 100Gb se vuoi avere accesso a questo mondo pieno di ninnoli.
Risultato? Condividi giga e giga di roba per te praticamente inutile ma che ti serve per scaricare 1 o 2 cd al mese di musiche che veramente ti piacciono.

E’ bene comunque tenere conto che i soldi non si moltiplicano. Se hai 10 devi usare 10 e quindi o comperi supporti per il P2P oppure comperi i CD o DVD originali. Alla fine i soldi spesi sono gli stessi ma in altro modo, quindi qualcuno rischia sempre di trovarsi nei guai.

Altra considerazione che nessuno fa è che da quando è nato il P2P moltissimi album sconosciuti sono girati per la rete dando così possibilità a tutti di ascoltare e goderne con successivo impiego di denaro per comperare l’originale. In questo modo proprio quelli che si dicono più colpiti negativamente dal P2P ne hanno invece avuto maggiori benefici. Sempre SE le cose prodotte meritano, altrimenti il fatto di sentirle ha solo potuto dare un’arma in più a chi compera per NON spendere soldi a vanvera.

Alla fine di tutto questo, come sempre, il consumatore non viene assolutamente protetto anzi: gli si impediscono le copie LEGALI di backup, gli si frigge il lettore con protezioni che schiantano le testine laser e si mettono balzelli sui vergini per tutti, “bravi” e “cattivi”.

Caliamo un velo pietoso sulla questione privacy… presto alla nascita verremo MARCHIATI come le mucche con un numero UNIVOCO che permetta a QUALCUNO di controllare che NESSUNO leda i diritti di quei POCHI ma potenti che, caso strano, troveranno il modo di NON farsi controllare da nessun altro.

Grazie per avermi letto…spero anche di esservi stato utile in qualche modo.
Saluti.

Riccardo S.

Caro Riccardo
sebbene condivida quasi completamente ciò che hai scritto, ti segnalo che Mazza già nel 2001 parlava dei prezzi dei CD, spiegando le dinamiche industriali collegate. Lo faceva nel corso di una lunga intervista che può valer la pena rileggere.
Al di là di quella questione sull’archiviazione di gigabyte di opere protette, o del balzello sui supporti vergini, credo anch’io che una delle grandi innovazioni date dal P2P sia la conoscenza. Sta a ciascuno, evidentemente, utilizzarla al meglio.
A presto, Lamberto Assenti

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Pubblicato il
22 giu 2005
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