Il P2P fa il cinema

Il P2P fa il cinema

di Gilberto Mondi - Che emozione scoprire sul P2P non più un titolo rubato ma un film realizzato con decine di spezzoni cinematografici inghiottiti dal P2P e trasformati, rigenerati, riadattati, riveduti e rimontati. Il Pfilm2P
di Gilberto Mondi - Che emozione scoprire sul P2P non più un titolo rubato ma un film realizzato con decine di spezzoni cinematografici inghiottiti dal P2P e trasformati, rigenerati, riadattati, riveduti e rimontati. Il Pfilm2P


Roma – Sta girando sui network del peer-to-peer un file piuttosto corposo, oltre 100 megabyte, che mi è capitato di scaricare l’altro ieri. Immagino che sia solo uno dei tanti del genere ma per me che bazzico poco i network di condivisione è stata una scoperta. Nella sostanza, è un film realizzato da qualche montatore amatoriale traendo pezzi e spunti da una caterva di altri film, nella pratica è molto ma molto di più.

Da quel che capisco, l’anonimo autore di quest’opera ha scaricato sul proprio computer decine o centinaia di lungometraggi, di quelli che vengono illegalmente messi in rete in mezzo mondo. Prendendo una scena qui e una scena lì, togliendo l’audio e mettendoci dei sottotitoli, ha prodotto un file divX che è un film a sé stante . Utilizzando cioè materiale protetto da diritto d’autore, questo ignoto stratega del digitale ha mescolato quello che aveva e ne ha tirato fuori qualcosa di completamente nuovo. E lo ha, immagino sia stato lui stesso, re-inserito nei circuiti del peer-to-peer dove adesso va diffondendosi.

Confesso che mi sento emozionato. Non tanto per il film in sé, più un divertissement che altro, quanto perché mi emoziona pensare che un ambiente totalmente anarchico e privo di centralità ma semmai alimentato dalle sue periferie, come il peer-to-peer, possa tradursi in un veicolo di creatività spontanea auto-generata , di qualcosa che nasce grazie e solo grazie al P2P, pur sfruttandone, in fin dei conti, la potenziale illegalità.

Volendo speculare, poiché il pfilm2p è composto da immagini tratte da titoli stranoti del cinema, mi sembra che le major con il peer-to-peer non solo rischino di perdere del tutto il controllo sulla distribuzione di quanto viene da loro prodotto ma anche di vedere le loro opere fagocitate dal P2P dove, come ogni cosa che viene ingerita, vengono trasformate. In qualche modo riadattate, rivedute, rimesse poi in circolo come oggetto del tutto nuovo, la cui illegalità non ha nulla a che vedere con il suo indiscutibile valore di rigenerazione, prima di tutto culturale e in secondo luogo, come accennavo, emozionale.

Ma c’è di più. Se grazie all’ambiente illegale del peer-to-peer prende una nuova forma l’ambizione artistica di qualche sconosciuto utente, è soltanto nel peer-to-peer che un’opera del genere può essere distribuita. Soltanto il P2P garantisce alla mente che ha digerito tutti quei film e ha prodotto un’opera nuova di fare l’una e l’altra cosa senza incorrere negli strali della legge, senza dover rendere conto a nessuno dei diritti d’autore che ha, indubbiamente, violato. Qui è stato dato il via ad una sorta di arte del remastering via P2P che ha un sapore di innovazione reso acre proprio dalla sua illiceità.

Interi film, dunque, potrebbero e probabilmente già sono costruiti e ricostruiti con le immagini illegali prese in rete, rimaneggiate e rieditate per essere nuovamente film, redistribuite necessariamente sul P2P, al modo di alcuni celebri trailer che da anni circolano in rete e realizzati con spezzoni di alcuni celebri film, per esempio quelli della saga di Guerre Stellari.

Ma ho l’impressione che questo sia solo l’inizio. In un ambiente che fa della circolazione dei contenuti la propria ragion d’essere, che è in grado di distribuire in tutto il mondo, mano a mano, pressoché qualsiasi cosa, tutto, qualsiasi cosa circoli, diventa materia prima da plasmare , da utilizzare a proprio piacimento, da rimodellare e da mostrare, successivamente, a tutti. Una via al remix digitale dell’universo mondo, che viola i diritti d’autore almeno quanto nuovi diritti potrebbe accampare come novella forma d’arte. Un’arte che dà nuova vita, almeno oggi, ad un cinema finalmente reloaded , sicuramente revolutioned .

Gilberto Mondi

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Pubblicato il 6 feb 2004
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