Roma – Il Papa è tornato ieri a parlare di internet, un mezzo di comunicazione sul quale ha più volte espresso proprie opinioni e che continua evidentemente a rappresentare un elemento di preoccupazione. Il Pontefice ha infatti espresso da un lato entusiasmo per quanto internet può offrire ma dall’altro si è augurato che l’uso della rete sia regolamentato, per impedire che si trasformi in un rischio o in un danno per l’animo umano.
“Nonostante il suo enorme potenziale per il bene – ha spiegato il Papa – sono ovvii per tutti i modi degradanti e pericolosi nei quali internet può venire utilizzata”. Il Pontefice, che ha preparato questo messaggio in occasione della Giornata mondiale delle Comunicazioni, ha spiegato che a suo parere “le autorità di pubblica sicurezza hanno certo una responsabilità nel garantire che questo meraviglioso strumento sia al servizio del bene e non diventi una fonte di danno”.
Giovanni Paolo II, dunque, sembra indicare che l’importanza e la maestosità di una biblioteca immensa qual è internet viene perduta se manca il bibliotecario, cioè se rimane al di fuori di qualsiasi controllo, perché in quel caso la conoscenza e l’accumulo di informazioni può trasformarsi in una perversione e in un danno per la dignità dell’uomo.
Occorre stare attenti, secondo il Papa, perché internet non solo consente la diffusione di contenuti e materiali perversi o pericolosi ma può indurre le persone a ritenere che i fatti abbiano più peso dei valori. “Internet – ha spiegato – offre una conoscenza impressionante ma non insegna valori. E quando i valori vengono messi da parte la nostra umanità ne esce diminuita”. Secondo il Pontefice il pericolo sta nel fatto che l’attenzione delle persone va “ad un flusso quasi senza fine di informazione”.
“Ma gli uomini – ha continuato – hanno un bisogno vitale di quiete interiore e di tempo per esaminare la vita e i suoi misteri. La comprensione e la saggezza sono il frutto di un occhio contemplativo sul mondo e non vengono da un semplice accumulo di fatti, non importa quanto interessanti”.
Il Papa ha ricordato come la Chiesa si stia adattando anche ad internet, come prima alle molte scoperte scientifiche nelle varie età, dal Rinascimento all’invenzione della stampa, alla Rivoluzione Industriale, e deve imparare a raggiungere le masse attraverso il cyberspazio. “Come le nuove frontiere di altre epoche – ha concluso – anche questo mezzo è pieno della commistione tra pericolo e promesse. Per la Chiesa il nuovo mondo del cyberspazio chiama alla grande avventura dell’uso delle sue potenzialità per trasmettere il messaggio divino”.