Il pedoporno che sfrutta internet

Il pedoporno che sfrutta internet

Ne parlano le clamorose cifre presentate ieri da Save The Children, secondo cui sono almeno 70mila i siti internet che offrono ai propri visitatori fotografie tratte da abusi e violenze. La situazione in Italia
Ne parlano le clamorose cifre presentate ieri da Save The Children, secondo cui sono almeno 70mila i siti internet che offrono ai propri visitatori fotografie tratte da abusi e violenze. La situazione in Italia


Udine – Ha suscitato una certa sorpresa nei non addetti ai lavori l’entità del fenomeno pedo-pornografia su internet così come è stato disegnato ieri in Friuli dall’associazione Save The Children, che ha presentato alcuni risultati della propria iniziativa “Stop It”.

Stando alle indagini condotte in rete dai volontari dell’associazione sulla scorta delle segnalazioni piovute grazie al sito dedicato a Stop It in internet sarebbero pubblicati almeno 12 milioni di immagini rappresentanti abusi e violenze sessuali su minori, commessi con ogni probabilità in molti diversi paesi del mondo.

I siti internet coinvolti in operazioni di diffusione di tali immagini secondo l’associazione sono almeno 70mila.

Il fenomeno in Italia avrebbe assunto nelle stime di Save The Children una dimensione apparentemente incredibile: il volume d’affari annuo derivante dalla produzione e vendita di queste immagini dentro e fuori dalla rete sarebbe pari ad almeno 11 miliardi di euro.

Le informazioni sono state raccolte grazie a Stop It, iniziativa presentata lo scorso novembre che è cofinanziata dalla Commissione Europea nel quadro della strategia UE per la difesa dell’infanzia su internet, nota come “Internet Action Plan”.

Secondo gli intervenuti alla presentazione di queste cifre, organizzata dal CoReCom del Friuli Venezia-Giulia, una delle misure da prendere dovrebbe essere il varo di un vero e proprio codice di auto-regolamentazione a cui dovrebbero aderire i siti interessati a contrastare il fenomeno. Sul codice sta lavorando lo stesso CoReCom in accordo con la Polizia Postale e delle Comunicazioni. Una volta concluso, il codice dovrà naturalmente dimostrare di poter rappresentare davvero se non un freno, almeno un contributo nella lotta contro lo sfruttamento dei minori.

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Pubblicato il 30 gen 2003
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