Il provider è (finalmente) irresponsabile

Il provider è (finalmente) irresponsabile

di Lamberto Assenti. Le decisioni dell'Unione Europea sono il primo passo della reazione ad un ciberspazio nel quale gli ISP sono sempre più visti come poliziotti. Ma il testo che libera siti e provider non ha valenza legale
di Lamberto Assenti. Le decisioni dell'Unione Europea sono il primo passo della reazione ad un ciberspazio nel quale gli ISP sono sempre più visti come poliziotti. Ma il testo che libera siti e provider non ha valenza legale


Roma – Se sul network di un provider, su uno di centinaia o migliaia di siti da questi ospitati, viene pubblicato del materiale illegale la colpa di chi è? Fino a qualche giorno fa a molti magistrati europei era apparso chiaro che il dolo fosse di chi quei contenuti li ha messi online e del provider che ha consentito che questo accadesse. Ora un timido vagito in sede comunitaria vorrebbe proporsi addirittura come passo evolutivo in una direzione opposta.

L’Europarlamento, in una delle sue rare esibizioni di illuminazione nell’era digitale, ha scelto di adottare un documento nel quale si afferma che un provider non può essere ritenuto responsabile dei contenuti pubblicati dai siti che ospita. Attenzione! Si tratta di un testo che non ha alcun valore legale, non è legge europea, ma esprime esclusivamente un orientamento che i provider potranno sfruttare tanto per promuovere l’autoregolamentazione nel settore quanto per cercare di difendersi da improvvidi magistrati europei che insistessero ad attribuir loro responsabilità che non possono avere.

La questione è tutt’altro che secondaria. Basti pensare che, anche in Italia, vi sono fornitori di spazio web, di hosting ma anche housing, capaci di ricorrere con motivazioni falsamente tecniche alla “sospensione” di siti i cui contenuti sono controversi e che dunque potrebbero metterli nei guai. Si tratta di una pratica di censura preventiva da aborrire, ma queste sono cose che accadono. E se accadono è anche colpa di un ordinamento giuridico che non protegge il fornitore da qualsiasi possibile conseguenza legale per quanto compiuto da uno dei siti che ospita.

A chiunque abbia dimestichezza con la rete sembra scontato che ad un provider si possa imporre un intervento su un proprio cliente solo su ordine della magistratura. Ma ovvio non lo è per niente. Vi sono casi, in Italia ma non solo, nei quali un provider può essere trascinato alla sbarra per il solo fatto di non aver voluto oscurare un sito quando richiesto dagli avvocati di qualche organismo pubblico o privato che contro quel sito ha preannunciato azioni giudiziarie.

Contro le assurde attribuzioni di responsabilità per i provider e a favore di una rete più libera si sono dunque pronunciati la bellezza di 460 deputati dell’Europarlamento, quasi la totalità, guadagnandosi così gli apprezzamenti dell’associazione dei provider europei, EuroISpa. E ora? Ora abbiamo un Europarlamento svuotato di una vera significanza politica che con una maggioranza bulgara approva un documento che non è vincolante per nessuno. Esultiamo.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il 7 mag 2002
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