Il rischio di un RIP europeo!

Il rischio di un RIP europeo!

Un'euro-parlamentare britannica in prima fila nel contestare le intercettazioni digitali già in vigore nel proprio paese, avverte che le misure potrebbero essere estese anche ad altri paesi dell'Unione europea e oltre. Brividi
Un'euro-parlamentare britannica in prima fila nel contestare le intercettazioni digitali già in vigore nel proprio paese, avverte che le misure potrebbero essere estese anche ad altri paesi dell'Unione europea e oltre. Brividi

Londra – Nel pieno delle polemiche per le richieste della polizia inglese, che vuole poter registrare qualsiasi genere di comunicazione avvenga in Gran Bretagna, si leva l’allarme della euro-parlamentare liberale Diana Wallis che avverte: “Attenti, il RIP può arrivare in Europa”.

Wallis , che contrasta da tempo nel suo paese la legge che consente l’intercettazione di massa della posta elettronica, si è scagliata contro le proposte di trattati contro il crimine cyber in corso di sviluppo in Europa, trattati che a suo parere rischiano di estendere a tutta la UE una concezione pericolosissima della comunicazione elettronica che in Gran Bretagna spadroneggia.

L’euro-parlamentare britannica ha già ottenuto dal commissario europeo Erkki Liikanen l’assicurazione che la Commissione esplorerà la legge britannica RIP (Regulation of Investigatory Powers), per verificare se i poteri di intercettazione che mette a disposizione della polizia non siano in contrasto con le leggi europee.

Diana Wallis ha intenzione di lavorare per affossare l’attuale bozza del trattato sul cybercrimine all’esame del Consiglio d’Europa, un trattato che, se approvato, impegnerà 41 paesi a seguire norme liberticide e pericolose: “La Commissione europea deve accertarsi che i governi non approvino misure del genere. Già esistono una serie di proposte per contrastare il cybercrimine e non c’è davvero bisogno di nuove misure di monitoraggio della posta elettronica”.

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Pubblicato il
5 dic 2000
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