Il software per non spammare

Il software per non spammare

Consente a chi deve inviare milioni di email legittime di farlo senza incorrere nei filtri anti-spam. Un obiettivo decisamente ambizioso. E se finisce nelle mani di uno spammer?
Consente a chi deve inviare milioni di email legittime di farlo senza incorrere nei filtri anti-spam. Un obiettivo decisamente ambizioso. E se finisce nelle mani di uno spammer?


Roma – Si possono inviare milioni di email senza vedere decimato l’invio dai filtri anti-spam attivi su mezza internet? Secondo l’azienda ExactTarget non solo è possibile ma è decisivo che sia così per quelle società del direct marketing che inviano messaggi del tutto legittimamente e solo quando richiesti dai detentori degli indirizzi email dei propri data base.

ExactTarget ha dichiarato di aver all’uopo messo a punto tecnologie che operano su due fronti: contenuti e liste di indirizzi.

Sul fronte dei contenuti, le funzionalità identificano parole, frasi e fraseologie tipiche normalmente bloccate dai filtri antispam e risolvono proponendo all’istante il modo giusto per aggirarli. “Con queste modifiche – sostiene l’azienda – le società di marketing possono essere sicure di raggiungere il più alto numero di utenti”. Il tutto viene fatto in automatico.
Sul fronte degli indirizzi, invece, il software identifica indirizzi email “sospetti” che vengono così disabilitati e inviati agli specialisti dell’azienda per parlarne con il cliente.

Il tutto viene naturalmente condito da una possibile assistenza diretta al cliente per la migliore configurazione del sistema.

Va da sé che un apparato del genere, in effetti non particolarmente originale, potrebbe aiutare uno spammer che se ne appropriasse per l’invio di tonnellate di posta non richiesta ad altrettanti indirizzi internet. Su questo fronte ExactTarget si dice però sicura di riuscire ad impedirlo grazie alla diretta interazione del software con i propri server, che forniscono da remoto il servizio di supporto all’invio dei messaggi dei clienti autorizzati.

“Se un cliente utilizza il sistema per aggirare i filtri antispam – ha dichiarato uno dei manager dell’azienda – noi andremo a chiedergli come ha recuperato quegli indirizzi, quale ne sia la fonte e quale il metodo di opt-in utilizzato per ottenere il consenso all’invio”. Visti i molti provider che per denaro reggono “il gioco” degli spammer non rimane che sperare nella buona fede dell’azienda…

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Pubblicato il 8 gen 2003
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