Il Sogno di Libero

Il Sogno di Libero

di Massimo Mantellini. Ok ci sono problemi a pochi giorni dall'avvio dell'offerta, eppure Libero@Sogno ha in sé tutti gli elementi di una rivoluzione, quella dell'accesso, che ha travolto dubbi e diffidenze
di Massimo Mantellini. Ok ci sono problemi a pochi giorni dall'avvio dell'offerta, eppure Libero@Sogno ha in sé tutti gli elementi di una rivoluzione, quella dell'accesso, che ha travolto dubbi e diffidenze


Roma – Una buona idea con un brutto nome. Parlo della nuova offerta di collegamento ad Internet di Infostrada che consente l’accesso senza tariffazione a tempo di notte (dalle 21 alle 8 del mattino seguente) e nei festivi al prezzo fisso di 20.000 lire al mese + iva.

Hanno deciso di chiamarla Libero@Sogno con un neologismo per la verità poco comprensibile. Qualche altro amante delle brutte parole ha poi definito Libero@Sogno una semi-flat, alludendo alla impossibilità di collegarsi durante le ore lavorative che rende tale tariffazione simile a una flat a metà.

Si tratta di una buona idea, dicevo, basata sulla giusta intuizione che oggi un accesso a Internet economico e protratto interessa sempre più persone. Qualcuno ridurrà il numero di ore dedicate al sonno per navigare in rete durante la notte e forse a questo i crudeli inventori del termine Libero@Sogno intendevano riferirsi. Qualche sogno in meno da fare, qualche file in più da scaricare.

Qualcun altro passerà finalmente, con un po ‘ di calma in più, le sue domeniche pomeriggio invernali su IRC; altri ancora proveranno l’intensa emozione che causa rispondere ad una email senza angosce mentre si continua ad essere online.

Per il resto registriamo la presa di posizione sui newsgroup di qualche “incontentabile” che si è affrettato a interpretare questa iniziativa come un passo indietro nel graduale avvicinamento ad un accesso il più possibile diffuso e per tutti, stigmatizzando la barriera architettonica degli accessi consentiti solo in certi orari stabiliti. Così come va sottolineata la recentissima parziale retromarcia di Infostrada che dopo pochi giorni dall’inizio dell’offerta, forse per l’inatteso successo della stessa, ha deciso di ridurre il tempo massimo di collegamento continuativo per singolo accesso a 2 ore, vanificando così alcuni dei vantaggi che tale formula consente.

Quando le tariffe flat per l’accesso alla rete (unite o meno ad offerte sul traffico voce) si stabilizzeranno verso cifre vicine alle 50 mila lire/mese (ci vorrà forse ancora qualche tempo) la faticosa strada intrapresa ormai 5-6 anni orsono delle compagnie telefoniche verso una fornitura di accesso di base a Internet con un sufficiente rapporto qualità-prezzo potrà dirsi conclusa.

Chi invece desidera accessi veloci e di qualità (DSL, cavo, satellite) sarà, pare, costretto a subire le lacune tecniche, le furberie e le titubanze che hanno caratterizzato la fornitura di accessi analogici in questi anni e che oggi sembrano in buona misura ribaltate verso le utenze di fascia più alta.

Si tratterà comunque di un problema completamente diverso se non altro perchè lo sviluppo culturale del paese nelle nuove tecnologie non passa certo per la “larga banda” o l’UMTS, destinati ancora per molto ad essere bellissimi gadget per aziende o per amatori senza problemi economici. L’acculturamento digitale del paese transita invece attraverso una opzione diffusa di utilizzo delle tecnologie di base quali la posta elettronica i gruppi di discussione e il web. In qualsiasi momento, per il maggior numero di persone possibile.

Una formidabile compagnia telefonica giapponese consente già adesso ai suoi abbonati la trasmissione via rete mobile di foto sul display del cellulare al modico prezzo di 12 mila lire. Ciascuna. La notizia è sensazionale perchè condensa in poche righe tutto quello che non è indispensabile nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Saremo sempre piu circondati da queste opzioni irrilevanti e beato chi ha la voglia e tempo e soldi da dedicarvi. Meglio non cadere nel tranello di chi cerca di convincerci di quanto l’ultima onda tecnologica sia irrinunciabile e trendy. Anche perchè molto spesso l’ultima onda è parecchio costosa e funziona male.

L’importante è che ciò che davvero può avvicinare tutti alle nuove tecnologie sia disponibile, di buon livello ed economico. Non è certo una novità, lo andiamo ripetendo ormai da anni. Con soddisfazione siamo costretti ad ammettere che questo livello minimo di offerta per l’accesso a Internet nel nostro paese è sul punto di essere raggiunto. Dopodiché non ci saranno più scuse, non sfruttarne le potenzialità sarà soltanto colpa nostra.

Meglio di me e con meno parole ha descritto questa idea F. Cantone ( www.icip.com/gev ), un lettore di Punto Informatico, in una email di qualche tempo fa:

From: “CAI” cai@icip.com
To: m.mantellini@tin.it
Subject: Voglio l’Internet lento
Date: Fri, 1 Sep 2000 20:34:45 +0200

…..
Vorrei un collegamento ad Internet lento.
Da usare tutto il giorno.
Per scaricare i files ed aggiornare i miei siti che leggerei con calma la mattina dopo.
Per scaricare la posta e magari un quotidiano con sole notizie che mi interessano.
Sarei disposto anche a ricevere un po ‘ di pubblicità.
Vorrei che fosse gratis. O quasi.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
8 set 2000
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