Cambridge – L’uso di tecnologie proprietarie e la scarsa diffusione di standard aperti nella telefonia mobile sempre più rischia di impattare sulla capacità degli inquirenti di tutto il Mondo di investigare su delitti e illeciti che coinvolgano il telefono cellulare.
Ad affermarlo sono gli scienziati dei Computer Labs dell’ Università di Cambridge che nel corso di un workshop sulla sicurezza nella telefonia mobile hanno spiegato come “il sedici per cento dei telefonini non sia accessibile oltre ai dati contenuti nella SIM. Questa è una diretta conseguenza dell’uso di standard proprietari anziché standard aperti”.
Secondo Tyler Moore, ricercatore del celebre ateneo, una parte consistente dei dati che vengono cancellati dagli utenti dei cellulari è nei fatti “perduta per sempre”. Sebbene vi siano metodi e strumenti per ricostruire una porzione importante di quelle informazioni, molte oggi risultano inaccessibili alle autorità investigative . “Gli strumenti standard di indagine – ha spiegato Moore – non si occupano dei telefonini meno popolari”.
Moore ha sottolineato che sui PC è generalmente possibile recuperare tutta o quasi l’informazione eventualmente cancellata, sebbene non manchino programmi di “erasing sicuro”, tanto che nella stragrande maggioranza dei casi la polizia riesce ad arrivarci.
A complicare la vita agli inquirenti sui cellulari, invece, il fatto che le informazioni siano archiviate e gestite in modo assai diverso da modello a modello e da marca a marca, così come scarsi sono gli strumenti di analisi forense per i cellulari meno utilizzati. Arrivare a quei dati, dunque, può richiedere molto tempo e può rivelarsi costoso.
Non tutti, come sottolinea ZdNet UK sono però d’accordo con questa analisi. “Perché preoccuparsi ad esaminare messaggi di testo cancellati – ha dichiarato un altro esperto al workshop – quando si possono ottenere i dati di chi sta parlando a chi? Con il giusto mandato si può anche leggere il traffico in tempo reale”. L’accenno, evidentemente, è ai potenti mezzi di indagine a disposizione della magistratura nel campo delle intercettazioni.