Salutato come la prima, vera installazione telescopica “globale”, l’infrastruttura nota come ALMA (Atacama Large Millimeter/Submillimeter Array) ha aperto per la prima volta gli occhi delle sue 66 “antenne” verso i misteri dell’universo più freddo: quello meno noto e che la comunità scientifica internazionale si prefigge di analizzare più a fondo con il suo nuovo, ciclopico strumento di indagine.
ALMA è un’installazione ancora in costruzione, conta 66 grandi parabole radio-riceventi configurate in “array orientabili” ed è costato circa 1 miliardo di dollari a un consorzio internazionale che comprende Stati Uniti, Giappone, lo European Southern Observatory (14 nazioni del Vecchio Continente più il Brasile), Canada, Taiwan e Cile. Quest’ultimo paese ospita fisicamente la struttura.
Il radio-telescopio più grande del mondo è stato costruito nel deserto di Atacama – il luogo più arido del pianeta Terra – a circa 5.000 metri al di sopra del livello del mare: si tratta di condizioni ideali per lo studio astronomico, e a quanto pare la richiesta per il suo primo impiego ha scatenato una vera gara tra migliaia di scienziati da ogni parte del mondo.
Le 66 antenne paraboliche di ALMA studieranno gli oggetti dell’universo che emettono radiazioni comprese fra i 10 e i 50 gradi Kelvin (-263,15 / -223,15 gradi centigradi), in una porzione dello spettro elettromagnetico poco frequentata dagli astronomi fra lo spettro delle microonde e quello della luce visibile.
Alfonso Maruccia