Mentre la politica discute in astratto delle nuove regole per preservare la neutralità della rete Internet e garantire pari accesso alla connettività a chiunque, i ricercatori dell’MIT provano a dare sostanza alla suddetta discussione analizzando il reale stato della banda larga negli USA e l’impatto delle congestioni nel traffico di rete.
La maggior parte dei casi di congestione individuati durante lo studio, spiegano i ricercatori, riguarda i link di connessione peer to peer tra i diversi network che compongono Internet – gli stessi punti di interconnessione da mesi al centro del dibattito negli USA su net neutrality, monopolio degli ISP e scarsa qualità dello streaming video Netflix.
Se le congestioni ai link fra diversi ISP sono “sporadici” e durano un ora o due al giorno, spiegano i dati preliminari presentati dal MIT, quando entra in gioco il succitato servizio di streaming fornito da Netflix la rete si fa super-affollata e il traffico può apparire congestionato anche per 18 ore in un singolo giorno. Le diverse parti in gioco danno ovviamente una diversa lettura dei dati forniti dai ricercatori, e gli ISP in particolare squalificano l’ipotesi dello streaming video classificato come “vittima” delle congestioni, trattandosi piuttosto di un elemento attivo della congestione quando sceglie il percorso di rete che dovranno seguire i dati per arrivare all’utente.
Le conclusioni (preliminari) del MIT sulle congestioni del traffico Internet fanno il paio con il tradizionale rapporto annuale della Federal Communications Commission (FCC) sulle velocità della banda larga statunitense, un rapporto che evidenzia gli stessi problemi di traffico ai link di peering evidenziati dal prestigioso laboratorio pur concentrandosi soprattutto sul rapporto (apparentemente buono e a favore degli utenti) tra le velocità pubblicizzate e quelle effettivamente fornite ai sottoscrittori di linee ADSL.
Alfonso Maruccia