New York – Le tecnologie di condivisione messe a disposizione da Internet possono essere potentissimi amplificatori mediatici: NBC , tra i più importanti network televisivi statunitensi, ne è ben consapevole. La velocità dell’informazione online è così alta da causare la diffusione virale di contenuti, idee e notizie. E non è detto che questo piaccia a chi quei contenuti li produce.
Servizi come YouTube.com , ad esempio, sono applicazioni che permettono agli utenti di scambiare filmati e garantirne un’ampia visibilità, mescolando social networking a tecnologie del Web 2.0 . E’ il caso del video musicale Lazy Sunday , nato dalla mente di Christ Parnell ed Andy Samberg del celebre Saturday Night Live , tra o più seguiti ed imitati comedy show del palinsesto statunitense.
Il video, che vede i due comici intenti ad imitare gli atteggiamenti dei rapper newyorkesi, è giunto sui server di YouTube quasi in sordina ma è riuscito a portare alla ribalta Samberg: in poco tempo, Lazy Sunday è stato visualizzato oltre cinque milioni di volte .
In termini di marketing televisivo, una simile audience ha sicuramente consistenza: malgrado l’ottimo risultato promozionale offerto gratuitamente da Internet, i direttori di NBC hanno snobbato la viralità raggiunta dal clip ed hanno accusato YouTube di violazione del DMCA .
I responsabili di YouTube sono stati raggiunti da una cosiddetta takedown notice , lo strumento che la discussa ed inossidabile legge statunitense sul copyright mette in mano agli autori che vogliono far valere i propri diritti.
Il servizio è stato costretto a rimuovere tutti i filmati di Lazy Sunday . NBC, contemporaneamente, ha iniziato a lucrare sulla popolarità del video attraverso il negozio online di Apple , il famoso iTunes . L’emittente ha inoltre rilasciato una versione gratuita del video, accessibile soltanto agli utenti di Windows XP, ma di scarsa qualità.
Molti, come ad esempio gli autori del blog BoingBoing , si domandano se questo comportamento da parte di un grande network televisivo possa essere giustificabile: “Non si tratta di violazione del copyright”, sostiene la giornalista Xeni Jardin , “perché YouTube si limita a mettere in contatto persone appassionate di certi argomenti, animate da spirito di condivisione”.
L’autrice è convinta che “il ricorso al DMCA sarebbe stato lecito se un’altra emittente avesse diffuso illegalmente il filmato”, specifica, “ma in questo caso si tratta di un vero e proprio fenomeno virale”. Ed i cosiddetti virus informativi , su Internet, viaggiano al ritmo degli utenti ed alla velocità di messaggio di posta elettronica.
Tommaso Lombardi