Il Web promette viaggi tra le Stelle

Il Web promette viaggi tra le Stelle

di Alberigo Massucci. Aumentano in misura esponenziale i siti che mirano entro pochi anni a portare nello spazio chi se lo potrà permettere. Per veri e propri viaggi o semplici occhiate oltre il confine dell'atmosfera
di Alberigo Massucci. Aumentano in misura esponenziale i siti che mirano entro pochi anni a portare nello spazio chi se lo potrà permettere. Per veri e propri viaggi o semplici occhiate oltre il confine dell'atmosfera


Roma – Mandare il proprio nome in una navetta in partenza per le stelle, chattare con gli astronauti dello Shuttle, assistere in diretta alle operazioni in orbita. Gli amanti dello spazio da sempre abitano Internet, che offre loro nuove e impensate novità per legare in qualche modo i propri destini con i mondi, è proprio il caso di dirlo, ultraterreni. L’ultima occasione, la più ghiotta e clamorosa, è quella di una partecipazione vera e propria ad un viaggio spaziale.

Non siamo ancora alla febbre spaziale su Web, ma ci siamo molto vicini. Prosperano siti che consentono di prenotare viaggi per qualsiasi destinazione . I più gettonati sono i pianeti del Sistema solare e si può anche scegliere il mezzo proposto: Sojuz, Progress, Shuttle. Naturalmente, per chi se la sente di salire su uno Shuttle per arrivare là dove nessun umano è mai giunto prima, per esempio su Plutone, o su Marte per non spingersi troppo in là.

Ma non sono mica tutte boutade o siti catturafresconi. In Rete ci sono veri e propri istituti di training autorizzati che mirano a recuperare via Web gli astronauti del futuro. E allestiscono corsi per tutte le età, tra i 9 e i 18 anni, proponendo l’istruzione ad un viaggio nello Spazio come si fa quando si propone una settimana di campeggio o una gita fuori porta. Tutti siti che all’appassionato danno qualcosa di più del pur ottimo sito NASA , che tutto offre fuorché le dritte per diventare astronauta, perché le vie allo spazio passano, evidentemente, per altri corridoi.

Basta però spostarsi al Jet Propulsion Laboratory per iniziare ad affondare i denti nella materia e scoprire che diventare cosmonauti è così impegnativo che può convenire pensare ad altro. Gli ostacoli sembrano così invalicabili da scoraggiare chiunque, al punto che si potrebbe pensare che certe dichiarazioni siano state messe lì apposta per far desistere chi non abbia una fede assoluta nelle proprie capacità. Chissà che non sia un bene, dopotutto.

Ma online, come detto, non c’è solo la NASA; ci sono, per esempio, anche i costruttori di sogni sotto forma di navette spaziali che un giorno potrebbero vedere la luce e portare i turisti a scoprire la vita sopra l’atmosfera.

E in questi giorni ha sollevato un certo rumore l’ultimo concorso di Sweepclub.com, che mette in palio nientemeno che un viaggio nello spazio o, in alternativa, 50mila dollari. Il concorso , a cui si può accedere naturalmente solo dopo aver ceduto tutti i propri dati personali, si conclude proprio in queste ore, con l’estrazione del vincitore che potrà provare il brivido di uscire per cinque minuti dall’atmosfera nel 2003 o, più probabilmente, nel 2005. E lo farà in uno dei veicoli spaziali turistici che almeno una decina di aziende va preparando in tutto il Mondo.

Per il sito dei concorsi è una trovata che ha già portato importanti ritorni pubblicitari, per i partecipanti invece è l’inseguimento di un sogno che comprende la vista della Terra dall’alto, anzi dall’altissimo, e l’ineffabile ebrezza dell’assenza di gravità. In pratica, si prendono gli spaziofanatici per la gola e non si dà loro più alcuna scelta: come opporsi alla tentazione di partecipare ad un palio del genere?

E fa sognare tanti l’avventura di Dennis Tito finita sulle prime pagine di tutti i siti specializzati e di numerosi giornali: l’imprenditore californiano che è riuscito a “piazzarsi” come primo “Turista dello spazio”. Tito ha infatti superato tutti i test fisici e attitudinali ed è riuscito ad avviare il proprio training nella Città dello Spazio russa. A metà del 2001 Tito insieme a due cosmonauti russi volerà fino alla MIR, la stazione spaziale, e finalmente soddisferà il sogno di una vita. Tito, ingegnere areonautico, pagerà 20 milioni di dollari per il breve viaggio di andata e di ritorno.

Lo Spazio ancora non è per tutti i comuni mortali, dunque, come dimostra un’ottima ricerca che serve a riportare i sognatori sulla Terra, questa volta metaforicamente, mettendoli di fronte alla quantità enorme di problemi legati alle missioni turistiche nello spazio. Ma quella è una ricerca del 1998, e in due anni, come si è visto, son già cambiate tante cose. Chissà che a breve il Web non porti davvero qualcuno nello Spazio. Non ci sorprenderebbe.

Alberigo Massucci

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Pubblicato il
29 set 2000
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