In Cina sviluppano piccioni cibernetici

In Cina sviluppano piccioni cibernetici

Perché sviluppare costosi robot volanti quando è possibile infilare un chip nel cervello di un piccione e controllarlo da remoto?
Perché sviluppare costosi robot volanti quando è possibile infilare un chip nel cervello di un piccione e controllarlo da remoto?

Pechino – Un gruppo di scienziati cinesi capitanato dal Dottor Su Xuecheng ha annunciato di aver sperimentato con successo l’impianto di un chip nel cervello di comuni piccioni , allo scopo di controllarne i movimenti in volo . Grazie ad alcuni micro-elettrodi impiantati nella testa degli animali, i ricercatori sostengono di essere in grado di far virare, cabrare e picchiare a loro piacimento i volatili mediante dei semplici comandi impartiti da remoto.

Il Centro di Ricerca di Tecnologia Robotica dell’Università di Scienza e Tecnologia di Shandong non è nuovo a questo tipo di esperimenti: già nel 2005 un’analoga iniziativa aveva coinvolto alcuni topi di laboratorio . Gli scienziati hanno annunciato che proseguiranno nello sviluppo di questo tipo di manipolazione di esseri viventi, concentrandosi inoltre nella ricerca di possibili applicazioni pratiche.

Sebbene a prima vista questo tipo di esperimenti possa apparire di scarsa utilità, è possibile ipotizzare un gran numero di impieghi per apparecchiature capaci di controllare i meccanismi neurologici. Nel campo medico sia il settore delle protesi artificiali per arti umani che quello del ripristino delle funzioni motorie in individui vittime di incidenti, potrebbero un giorno giovarsi di eventuali sviluppi di tali tecnologie.

Lo scienziato e la vittima È tuttavia il settore della ricerca militare quello che probabilmente mostrerà maggiore interesse per la scoperta. Un gruppo di uccelli teleguidati costituirebbe un perfetto meccanismo di spionaggio invisibile , oppure un veicolo di infezione batteriologica mirato. In assenza di una regolamentazione sui diritti degli animali, anche le forze di polizia cinesi potrebbero impiegare stormi di piccioni teleguidati per il controllo del territorio e la sorveglianza.

La storia degli esperimenti tecnologici militari sugli animali inizia negli anni ’60 e non è certo un’esclusiva cinese. Il progetto Gattino Acustico ( Acoustic Kitty ) della CIA prevedeva l’impianto di un intero kit per la radiotrasmissione in un gatto: batterie, microfono e una antenna nella coda. Allo scopo di eliminare ogni forma di distrazione, il gatto veniva inoltre sottoposto ad operazioni chirurgiche per eliminare lo stimolo della fame.
Il progetto venne abbandonato dopo il primo esperimento pratico di intercettazione ambientale: l’e-micio venne infatti investito da un TAXI di passaggio pochi attimi dopo essere stato liberato. Fino a quel momento, la spesa stimata per lo sviluppo dell’esperimento si aggirava attorno ai 10 milioni di sterline .

Inevitabili alcune riflessioni su quanto accade nei laboratori cinesi. Le strutture di ricerca sono solitamente finanziate e controllate dallo stato: gli scienziati sono stimolati a sviluppare liberamente le proprie idee , senza preoccuparsi dei vincoli etici o legislativi che da qualche tempo condizionano l’attività degli scienziati occidentali (ad esempio il blocco della ricerca sulle staminali in vigore in Italia). Ciò consente senz’altro alla Cina di accumulare un grosso vantaggio competitivo in ogni settore, ponendo seri interrogativi sul futuro economico e industriale dei paesi che non offrano altrettante risorse ai propri scienziati.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
1 mar 2007
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