In Germania vogliono vietare i videogiochi violenti

In Germania vogliono vietare i videogiochi violenti

Un caso di cronaca nera fa tornare alla ribalta l'idea di impedire per legge la commercializzazione dei cosiddetti killer-games. Tutto il mondo è paese
Un caso di cronaca nera fa tornare alla ribalta l'idea di impedire per legge la commercializzazione dei cosiddetti killer-games. Tutto il mondo è paese

Berlino – Un grave caso di violenza avvenuto in questi giorni in Germania ha spianato la strada ad iniziative politiche di stigmatizzazione dei videogame violenti : quei titoli grondanti sangue, a cui si ritiene che i ragazzi siano assuefatti. “Devono essere vietati per legge”, sostiene Wolfgang Bosbach, leader del partito Cristiano Democratico tedesco.

Il diciottenne Sebastian Bosse, lungo impermeabile e maschera antigas, armato di bombe fumogene e ordigni a tubo, è entrato questo lunedì nella scuola secondaria di Emsdetten e ha cominciato a sparare all’impazzata, ferendo 37 persone (come riporta BetaNews ) prima di togliersi la vita. Il ragazzo era noto per essere assiduo giocatore di simulatori di guerra e titoli conditi da una spiccata dose di violenza all’interno del gameplay .

Le reazioni dell’establishment sono state immediate: Christa Stewens, Ministro della Famiglia per lo stato della Baviera, a quanto scrive Ars Tecnica ha sostenuto che in risposta ai gravi fatti di Emsdetten il governo federale dovrebbe bandire i “giochi killer” come il paintball (una vera e propria simulazione di battaglia con marcatori a vernice e riproduzione di tattiche di guerriglia sempre più popolare) o videogiochi quali Doom 3 e Counter-Strike . Gli ha fatto eco Bosbach, a capo del partito del Cancelliere Angela Merkel, dichiarando: “Se è vero che il diciottenne responsabile di questi atti giocava in maniera intensiva ai cosiddetti giochi killer , allora per il parlamento è venuto il tempo di agire”.

Una nuova caccia alle streghe del media videogioco quindi, simile a quella tentata dalla stessa Stewens nel 2002, dopo il caso del massacro di Erfurt . Allora ci furono sedici morti, quasi tutti professori del Gutenberg Gymnasium, e la gravità del fatto provocò il divieto di vendere i “killer games” in Baviera, nel sud-est del paese, inclusa la città di Monaco.

A sostegno delle proprie parole, Bosbach ha citato altresì studi che dimostrerebbero l’effetto negativo dei giochi killer su alcuni giovani , dichiarando la necessità di definire “linee guida efficaci per proteggere i ragazzi”. Non è la prima volta che in Germania i videogiochi vengono fatti oggetto di studi scientifici inerenti ai loro effetti sulla psiche. Pur tuttavia, ad oggi il governo non sembra intenzionato ad attivarsi in direzione della messa al bando. Resistenze in tal senso sono venute anche dai Verdi, che hanno sostenuto come il dibattito debba focalizzarsi sull’utilizzo appropriato del computer e su come, prima di prendere qualsiasi decisione, sia necessario capire le motivazioni dietro il gesto inconsulto del giovane Bosse.

E a quanto pare le motivazioni dell’autore della sparatoria sono da ascriversi più alla sua situazione psicologica che a presunti condizionamenti provenienti dall’esterno . Der Spiegel cita alcuni passi del messaggio che Bosse ha lasciato sul suo sito web: “Se ti rendi conto del fatto che non troverai mai la felicità nella tua vita a causa delle ragioni accumulate giorno per giorno, la sola possibilità che hai è quella di sparire da questa vita. L’unica cosa che ho ripetutamente imparato dalla scuola è che sono un perdente”, scrive il giovane.

Un altro messaggio risalente al 2004 diceva: “La paura sta lentamente trasformandosi in rabbia. Sto accumulando tutta questa rabbia e prima o poi avrò la mia vendetta su tutti i buchi di culo che mi hanno rovinato la vita! Per tutti quelli che ancora non l’avessero capito bene: si, sto parlando di una sparatoria”. Dalla lettura dei pensieri che lo stesso Bosse ha disseminato, molti ritengono che i suoi problemi non fossero una semplice conseguenza dell’aver giocato troppo a Doom. E la conclusione a cui sono pervenuti i politici tedeschi, ovvero che i giochi violenti debbano essere vietati perché direttamente connessi con i casi di violenza reale nella società, viene percepita come una scappatoia semplicistica , che individua un facile colpevole ma lascia intatti i complessi problemi del disagio giovanile alla base di questo genere di fatti. Molti ne parlano in rete, e in rete girano alcuni video dedicati al giovane tedesco (vedi qui sotto).

Una lezione che potrebbe forse risultare preziosa anche per i nostri parlamentari ed esponenti di governo, sempre pronti, come i loro colleghi continentali, ad un’alzata di scudi contro i “giochi perversi” appena un controverso articolo porta all’attenzione dei media generalisti un gioco dallo scarso valore ma condito di scene ed elementi scabrosi.

Alfonso Maruccia

Nota
Chi ha postato su YouTube questo video su Bosse, noto anche come ResistantX, scrive: “Non lo giudico, non lo conoscevo nemmeno, e nemmeno dovresti giudicarlo tu. Ad ogni modo, anche se i suoi pensieri e le sue azioni possono sembrare assurdi, le sue lettere di addio dimostrano che aveva un’anima buona ed onesta. Stava cercando un significato nella vita, ma non ne ha trovato alcuno. Riposa in pace ResistantX”.

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Pubblicato il 23 nov 2006
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