Okayama (Giappone) – Per le faccende di cuore un fiore spesso non basta, ma per ascoltare musica è (quasi) tutto ciò che serve. Questo, almeno, è ciò che suggerisce una piccola società giapponese, la Let’s Corporation , specializzata nello sviluppo di tecnologie audio e di comunicazione.
Let’s ha creato un dispositivo che, sfruttando gli stessi principi alla base dei tradizionali altoparlanti, è capace di riprodurre musica e voce attraverso piante e fiori: questi vengono infatti utilizzati per generare le frequenze audio interpretate dal nostro cervello come suoni.
Perché dai fiori possa “scaturire” musica, i ricercatori giapponesi hanno sviluppato un cilindro di materiale acrilico contenente una bobina magnetica e un elemento oscillante: applicando al tubo una corrente alternata, questo fa vibrare i fiori alle frequenze necessarie per udire i suoni. La tecnologia in sé, dunque, è piuttosto banale.
Let’s non ha detto quale livello di qualità audio è in grado di fornire il proprio sistema, limitandosi ad affermare che consente di ascoltare un CD, la radio o una registrazione vocale.
“Abbiamo aggiunto il quinto e ultimo senso, il suono, ai quattro sensi già stimolati dai fiori: il colore, il profumo, il gusto e il tatto”, ha affermato la società giapponese in un comunicato.
Let’s ha già cominciato a commercializzare il proprio dispositivo sotto forma di vaso che, con foggia e dimensioni differenti, può espletare nello stesso tempo la funzione di ornamento e quella di cassa acustica: tramite l’acquisto di più “vasi” (e di più piante…) è possibile creare un impianto surround in piena regola. I prezzi variano dai 5.000 yen (37 euro) a 50.000 yen (370 euro), fiori esclusi.
Ma fiori e piante gradiranno il “vibromassaggio”? Let’s non lo dice, e chi tiene all’integrità (anche “psichica”) dei propri fiori farebbe meglio a informarsi: il rischio potrebbe essere quello di vederli andare in briciole dopo poche note di hard metal.
Alcuni esperti hanno poi messo in dubbio la fedeltà audio ottenibile con questo sistema, soprattutto sulle frequenze più critiche: la resa, secondo qualcuno, potrebbe essere simile a quella dei piccoli altoparlanti delle radioline portatili.
Insomma, è probabile che rose e tulipani continueranno ad essere rinomati più per il loro profumo e i loro colori che per la loro… musica.