Roma – Normative rigorose che blocchino la diffusione di contenuti “vietati ai minori” dai servizi di intrattenimento accessibili dai telefoni cellulari: è questa, in sintesi, la richiesta formulata all’ Authority delle Comunicazioni dal Consiglio Nazionale degli Utenti alla luce dei nuovi provvedimenti presi dall’Agcom in materia di tutela di utenti e consumatori.
L’attenzione, in questo caso, è rivolta in particolare alla tutela dei minori. Il CNU chiede, in sostanza, che i servizi con dichiarato “contenuto erotico-sessuale” non siano più accessibili per default al momento della sottoscrizione di una nuova utenza (e quindi all’acquisto di una nuova scheda). Il Consiglio chiede inoltre la trasformazione in normativa dello Stato del Codice di autoregolamentazione per la tutela dei minori, “che di fatto non ha mai funzionato”, ha sottolineato Luca Borgomeo, presidente del CNU.
Il problema della fruizione di contenuti pornografici da parte dei minori è al centro di una battaglia che il Consiglio Nazionale degli Utenti ha dichiarato da tempo di aver fatto propria: con la Delibera nr. 006 del 18 settembre 2006 aveva già formulato all’Authority la richiesta “di valutare l’opportunità di obbligare gli operatori di telefonia mobile ad offrire gratuitamente alla propria clientela la disabilitazione di alcune numerazioni “particolari” che consentono l’accesso a contenuti vietati ai minori e, comunque, di costo molto elevato”.
Il nocciolo della questione, quindi, è di rendere i contenuti “per adulti” accessibili solamente dietro richiesta espressa dell’utente e non immediatamente disponibili poiché – rileva il CNU – “nello stesso tempo in cui si richiede agli operatori di telefonia mobile di garantire l’accesso ai propri portali con contenuti per adulti soltanto ai clienti forniti di appositi codici rilasciati al momento dell’acquisto dell’apparecchio, sono presenti sul mercato alcuni fornitori di servizi per adulti accessibili mediante una semplice videotelefonata”.
Il riferimento è a servizi come MyVideoBlog della Società Mobaila che, sottolinea la delibera del CNU, è “accessibile da parte di tutti gli utenti di TIM, Vodafone e H3G” e permette di realizzare e diffondere video autoprodotti. Servizio che è ufficialmente vietato ai minori ma che non garantirebbe, secondo il Consiglio, “che l’effettivo utilizzatore sia un maggiorenne”. Questa considerazione è scaturita anche in seguito al ciclo di audizioni avviate con le quattro compagnie di telefonia mobile operanti in Italia, che avrebbero portato alla luce, secondo il presidente Borgomeo, “soprattutto carenze e lacunosità riguardo l’attuale sistema di regole di riferimento (norme e Codici di autoregolamentazione) rei di non garantire una tutela settoriale efficace”.
Facendo richiamo alla responsabilità sociale di aziende, associazioni e genitori, il vice Presidente del CNU Del Grosso ha proposto all’Agcom il varo di opportune contromisure, come riportato da HelpConsumatori , tra cui:
– formulazione di contratti più chiari in cui siano specificati i servizi disponibili;
– l’inibizione dei sistemi di “aggiramento” delle limitazioni predisposte;
– maggiori controlli dell’accesso a siti contenenti materiale “sensibile”.
Proponendo la trasformazione dell’attuale Codice di autoregolamentazione in norma di legge vincolante per gli operatori, il CNU auspica infine un appesantimento delle sanzioni previste per chi viola le regole, calcolate in ragione del profitto conseguito e, nelle fattispecie più estreme, consistenti nella revoca o sospensione della licenza di operatore mobile.
Dario Bonacina