Penn Valley (USA) – C’è una certa eccitazione in tre scuole della Pennsylvania, da quando gli studenti in mensa pagano il pranzo semplicemente appoggiando il proprio dito indice su un micro-scanner. Già, perché in questi tre istituti un nuovo sistema biometrico consente ad un computer di rilevare l’identità dello studente e di addebitare al suo “conto” la spesa per il pranzo.
I creatori del sistemone sono quelli della Sagem Morpho , che forniscono sistemi di riconoscimento delle impronte sia in ambito militare che in ambito civile. Ingegneri che ora sono attaccati dalla American Civil Liberties Union per aver realizzato un sistema che si teme possa tradursi in una violazione della privacy per gli studenti.
Ma gli ingegneri rassicurano la ACLU e gli studenti spiegando come funziona il sistema. In pratica lo scanner individua su ciascuna impronta 27 “punti chiave” che corrispondono ai solchi nell’impronta. A ciascun punto, a seconda della sua posizione, viene assegnato un numero mentre l’immagine dell’impronta scansionata viene distrutta. A quel punto i numeri vengono confrontati con quelli del database per pervenire all’identificazione dello studente. Ma ricostruire un’impronta partendo da quei numeri, assicurano gli scienziati, non è possibile e dunque non c’è violazione della privacy o della sicurezza.
I gestori delle mense tengono a rassicurare parenti e genitori “che devono stare tranquilli perché le immagini delle impronte non possono essere utilizzate dalla polizia a scopo di identificazione. Solo un algoritmo matematico rimane nel sistema dopo la registrazione, e non l’immagine di un’impronta”.
Secondo la preoccupata ACLU, però, “questo è un segno di quanto sta per accadere. Sarà possibile identificarci con strumenti biometrici pressoché in qualsiasi situazione. L’uso della scansione digitale delle impronte è solo un esempio di questo”.