Roma – Da circa una settimana, gli uffici del Garante delle Telecomunicazioni riscoprono umori e abitudini di un tempo andato: niente Web, niente e-mail; per gestire le pratiche tocca alzarsi dalla sedia e mettere mano alle macchine fax, che in questi giorni devono sentirsi in preda all’eccitazione di una seconda giovinezza.
Un virus, dicono a Punto Informatico fonti interne, sarebbe la causa del disastro. Forse, si narra, si sussurra, il misterioso malware avrebbe colpito il server centrale cui sono collegati in lan i vari computer della sede romana. Difficile credere ad un malware qualsiasi, però, vista la sostanziale facilità con cui oggi è possibile tenere alla larga la stragrande maggioranza dei virus che circolano in rete. Chissà se un trojan ha messo il piede in quei PC.
Fatto sta che ancora non si sa quando il problema sarà risolto, sebbene com’è ovvio si stia lavorando. E’ d’altra parte impensabile che proprio il Garante sia tagliato fuori da un mezzo così indispensabile: riusciranno gli arditi tecnici a riportarlo nel ruolo che gli compete, cioè di controllore, e non vittima, delle Telecomunicazioni?
Ai dipendenti disavvezzi alla carta non rimane che tornare a smanettare sui fax di un tempo, che ancora resistono impavidi. Cambiano in questi giorni le procedure, i tempi di lavoro, gli spostamenti tra gli uffici, si torna all’antico. C’è persino chi si chiede se i dipendenti del Garante, costretti al silenzio digitale, con meno distrazioni , non siano portati a lavorare di più. Un diabolico esperimento? Si vedrà. Per ora si spera in un antibiotico ad effetto rapido.