Roma – Andranno in personal computer i fondi che lo Stato ricaverà dalla gara per l’assegnazione delle licenze dell’ultrabanda wireless UMTS? Se lo è augurato ieri Alessandro Luciano, commissario dell’ Authority per le telecomunicazioni , che ha proposto questo tipo di investimento. Come alternativa quei fondi, circa 3mila miliardi di lire, potrebbero essere investiti “in tecnologia come le reti infrastrutturali o come incentivo per chi paga queste frequenze ad avere un ritorno degli investimenti”.
Luciano, che ha comunque sottolineato come la destinazione di questi fondi non sia in carico all’Autorità perché sarà il Governo a dover decidere la loro allocazione, ha spiegato ieri ai giornalisti che nel regolamento per la gara UMTS sono state inserite limitazioni per quanto riguarda “l’operatore virtuale”. Come tale, viene considerata l’azienda che intende offrire servizi pur non disponendo di una propria rete. Dice Luciano: “Nel regolamento ora al parere dell’ Antitrust ci sono regole sia per gli operatori nuovi entranti, sia per i service provider, sia per l’operatore virtuale. Anticipazioni non ne possiamo fare visto che il regolamento non è stato ancora varato, ma in generale si può dire che anche per l’umbundling si è tenuto conto delle problematiche relative all’operatore virtuale”.
In generale, ha poi concluso Luciano, sarà favorito nella gara chi spinge per “lo sviluppo di reti infrastrutturali alternative a quelle di Telecom Italia . Un risultato che, quando raggiunto, porterà sicuramente ad una maggiore liberalizzazione del mercato e a una sempre più costante diminuzione dei prezzi”.
Sulla questione UMTS è intervenuto ieri anche Michele Lauria, sottosegretario alle Comunicazioni, che è parso prendere le distanze dagli atteggiamenti fin qui tenuti dal ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale. Secondo Lauria, infatti, “il governo deve assumere una posizione di assoluta neutralità. E ‘ stato varato un buon regolamento senza condizionamenti di natura politica”. Cardinale in più occasioni aveva manifestato il suo appoggio ad un accordo RAI – Wind . Una volta sfumata quell’intesa, Cardinale aveva affermato che la RAI doveva “appoggiare tutti”. Di altro avviso Lauria secondo cui: “non devono essere alterati i profili della concorrenza. La RAI quindi fa bene a fare alleanze a tutto campo, Wind fa bene a contare sulle proprie forze e sinergie per finanziamenti con le banche, andare in Borsa e operare in piena libertà senza usufruire di vantaggi di riferimento pubblico”.