In vista la censura per i siti dell'anoressia?

In vista la censura per i siti dell'anoressia?

Ne parla la Eating Disorders Association britannica, che ha avviato una battaglia contro i siti che consigliano tecniche e medicinali per diventare magri in modo patologico, e pericoloso
Ne parla la Eating Disorders Association britannica, che ha avviato una battaglia contro i siti che consigliano tecniche e medicinali per diventare magri in modo patologico, e pericoloso

La più importante associazione anglosassone che si occupa di disordini alimentari ha deciso di puntare il dito contro i siti che inneggiano all’anoressia e alla bulimia. Sono decine, e secondo alcuni esperti, trattano l’argomento come una questione di lifestyle e non come una malattia responsabile ogni anno della morte di centinaia di giovani .

“Il pericolo di questi siti è che spesso non permettono alle persone di comprendere che soffrono di disordini alimentari”, ha dichiarato Steven Bloomfield, dirigente della Eating Disorders Association . I siti della discordia negano di incoraggiare le persone ad essere magre, ma continuano a pubblicare consigli “alimentari” per assomigliare alle star più eteree. Le foto, nella maggior parte dei casi, non lasciano spazio all’immaginazione: si tratta di casi di anoressia .

“Le persone che stanno dietro a questi siti non si rendono conto degli effetti collaterali di questi trattamenti”, ha aggiunto Bloomfield. “Un giovane su cinque, che soffre di questa patologia, muore prematuramente; quindi stanno a tutti gli effetti uccidendo delle persone”.

Accuse decisamente pesanti. Secondo le ultime statistiche del King’s College London il 5-10 per cento delle giovani anglosassoni fra i 14 e i 24 anni soffrirebbe di qualche forma di disordine alimentare – una quota che scende all’1 per cento se si considera l’intera popolazione femminile. “Le indagini provenienti dagli Stati Uniti hanno confermato che le persone che frequentano questi siti sono più restie a chiedere aiuto e ad accedere a cure”, ha dichiarato Bloomfield.

Lo scorso dicembre un’indagine pilota, pubblicata sul giornale della American Academy of Pediatrics , ha svelato che più del 30 per cento dei pazienti fra i 10 e 22 anni che soffrono di disturbi alimentari hanno imparato le tecniche di “controllo” del peso tramite i siti Internet. Ma nella lista nera vi sono anche alcune chat dove si parla dei farmaci che inducono al vomito e dei siti che ne permettono l’acquisto online. Cosa fare contro questo fenomeno? Non se ne parla. Per ora si preferisce sollevare un polverone.

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Pubblicato il 9 gen 2007
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