Diffusione online di materiale osceno e diffamatorio, in spregio ai principi religiosi dell’Induismo, dell’Islam e del Cattolicesimo . L’ordine era partito da una corte di Nuova Delhi, contro i giganti dell’IT per l’immediata rimozione di contenuti considerati “altamente offensivi”. In precedenza condivisi dagli utenti social piuttosto che tra i vasti meandri dei motori di ricerca.
Stando alle ultime indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Wall Street Journal , i rappresentanti di Google e Facebook avrebbero obbedito al volere del giudice indiano. Eliminando i contenuti osceni dalle bacheche in blu e dai servizi targati Mountain View, da YouTube a Blogger.
Un alone di mistero è però rimasto sull’esatta tipologia di contenuti indicata dalla corte di Nuova Delhi. Parte del materiale incriminato dovrebbe coinvolgere raffigurazioni blasfeme di popolari icone religiose. Un portavoce di Google ha così sottolineato come le rimozioni restino perfettamente in linea con le tradizionali policy legate al rispetto delle ordinanze firmate da un giudice .
Il materiale è stato tuttavia rimosso solo ed esclusivamente dal web indiano . Il resto dei netizen continuerà a visionare i misteriosi contenuti, su Facebook così come su YouTube o Blogger. I vertici di BigG, Microsoft e Yahoo! avevano già rifiutato la pressante proposta di procedere ad un monitoraggio costante della Rete indiana.
Mauro Vecchio
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a me pare
Piuttosto evidente che occorre più che altro una consapevolezza piena (cosa piuttosto carente sia a livello individuale che, fatto ben più grave, a livello aziendale) nella scelta del fornitore e nel concordare gli SLA (service level agreement) e la natura e qualità dei servizi offerti.La questione è strettamente di natura contrattuale e riguarda i rapporti tra privati.Non c'è alcuna speranza che una legge possa risolvere la questione in modo "automagico" sopratutto in materia di sicurezza tantomeno poi in termini di disponibilità dei dati.In parole povere se queste due materie (certo non le uniche che avrebbero una tale necessità) non sono esplicitate in modo chiaro sui contratti diventa difficile (per on dire impossibile) dirimere la questione in termini di "principi generali" (legge) una materia che è essenzialmente gestita tramite contratti tra privati.tucumcariRe: a me pare
il problema principale che in caso di XXXXXX o contenziosi, se i server non sono in Italia le nostre autorità alzano le mani e non fanno niente... in questa situazione per un'azienda Italiana è un ascommessa adottare il cloud con fornitori esteri. E di fornitori Italiani seri ancora poca cosa...superRe: a me pare
- Scritto da: super> il problema principale che in caso di XXXXXX o> contenziosi, se i server non sono in Italia le> nostre autorità alzano le mani e non fanno> niente... Come non fanno niente?Se hanno il sospetto che in quel cloud ci sia del pedoXXXXX, fanno oscurare tutto, compresi i tuoi dati.Ringrazia sta Fava.panda rossaRe: a me pare
già dimenticavo... :)superRe: a me pare
- Scritto da: panda rossa> > Come non fanno niente?> Se hanno il sospetto che in quel cloud ci sia del> pedoXXXXX, fanno oscurare tutto, compresi i tuoi> dati.> Ringrazia sta Fava.Ricorda molto il server numero 5 d'imageshack, che fu reso innaccesibile in italia, provocando magre figure agli ignari ed innocenti utenti, oltre al fatto che quasi nessuno (a parte 4 forum di tematiche totalmente estranee all'informatica), ne parlarono nel dettaglio.SgabbioRe: a me pare
- Scritto da: super> il problema principale che in caso di XXXXXX o> contenziosi, se i server non sono in Italia le> nostre autorità alzano le mani e non fanno> niente... in questa situazione per un'azienda> Italiana è un ascommessa adottare il cloud con> fornitori esteri. E di fornitori Italiani seri> ancora poca> cosa...Appunto per questo ...Un contratto invece è un contratto.E se è esplicito la cosa diventa molto più gestibile.tucumcaria me pare
Piuttosto evidente che occorre più che altro una consapevolezza piena (cosa piuttosto carente sia a livello individuale che, fatto ben più grave, a livello aziendale) nella scelta del fornitore e nel concordare gli SLA (service level agreement) e la natura e qualità dei servizi offerti.La questione è strettamente di natura contrattuale e riguarda i rapporti tra privati.Non c'è alcuna speranza che una legge possa risolvere la questione in modo "automagico" sopratutto in materia di sicurezza tantomeno poi in termini di disponibilità dei dati.In parole povere se queste due materie (certo non le uniche che avrebbero una tale necessità) non sono esplicitate in modo chiaro sui contratti diventa difficile (per on dire impossibile) dirimere la questione in termini di "principi generali" (legge) una materia che è essenzialmente gestita tramite contratti tra privati.tucumcariRe: Cloud perché?
fare Cloud con un unico fornitore è da pazzi, ma non fare Cloud come si deve...Pensa agli investimenti delle aziende per alta affidabilità e disaster recovery... il cloud puo' rispondere a questo.Inoltre il ruolo degli "amministratori" di sistema andrebbe sgravato di buona parte "tecnica". (anche se sarebbe molto piu' complessa la scelta e i rapporti con i fornitori).superRe: Cloud perché?
> Inoltre il ruolo degli "amministratori" di> sistema andrebbe sgravato di buona parte> "tecnica". negli ultimi anni il ruolo degli "amministratori" di sistema si e' sempre piu' sgravato di suo, di fronte al Dio Risparmio si prende uno smanettone e via....Certo, facciamo una legge ad hoc...
...la numero 9.345.3456.2754.567Lo volete capire che dobbiamo semplificare, che di leggi, leggine, decreti attuativi stiamo morendo?Il problema non è la mancanza di leggi, ma l'abbondanza di avvocati.me medesimoRe: Certo, facciamo una legge ad hoc...
tutte le leggi che abbiamo sono scritte in modo da poter essere interpretate a seconda del caso... QUESTO è il grosso problema.superRe: Cloud perché?
- Scritto da: Oracolo> A me sembra che una azienda dovrebbe essere pazza> a mettere i dati in "Cloud". Cloud, on demand,> outsourcing, ecc. fanno bene solo a chi offre> tali> servizi.Anch'io ho questa impressione...spero ovviamente di sbagliarmi!Mela avvelenataCloud = ritorno agli anni 70
Come da topic!!prova123Re: Cloud = ritorno agli anni 70
Non fatevi prendere per il XXXX, detto da qualcuno che dalla fine degli anni 70 già utilizzava i sistemi informatici disponibili (Vax, microvax, librerie di dati a Ginevra, etc.) . Quello che vi propongono come innovazione è in realtà la tristezza di quegli anni in cui l'informatica viveva l'era preistorica ... oggi è solo finalizzata al possesso dei vostri dati.prova123Re: Cloud = ritorno agli anni 70
E dei pagamenti in abbonamento. Cioè soldi certi, TUTTI I MESI per quelle aziende.No grazie. Il computer è mio e me lo gestisco io.MacGeekRe: Cloud = ritorno agli anni 70
Altro che versione LIVE delle email ... i clienti "Non puoi leggere le mie email ... vuol dire che non hai bisogno di lavorare" ... pensare dopo 40 anni ad una idiozia simile, mi fa pensare con benevolenza ai programmi di eugenetica tedeschi e americani di quel tempo ... anche se è un OT una tips storica: prima dell'inizio della seconda guerra mondiale gli USA plaudirono pubblicamente ai programmi di eugenetica della Germania di qquel tempo... meditate gente, meditate.prova123Re: Cloud = ritorno agli anni 70
Io mi occupo di integrazione sistemi da 10 anni, e penso che la cloud sia una grande possibilità per i clienti, soprattutto per quelli che non possono permettersi l'acquisto e la manutenzione di un sistema in house. Da la possibilità di accedere a servizi di valore consistente solamente pagando un canone. Niente costi iniziali, niente costi di manutenzione, niente consumi (corrente elettrica), sistema sempre aggiornato all'ultima versione senza acquistare neanche una licenza, possibilità di annullare tutto in qualunque momento. si chiama FLESSIBILITA.Callisto SoftwareRe: Cloud = ritorno agli anni 70
Non sono d'accordo.Forse tra i servizi di time sharing degli anni 70 e SAAS c'è una similitudine (ma molto blanda). Però con IAAS e PAAS tu puoi creare server virtuali e applicazioni senza avere una infrastruttura mantenendo il controllo completo. E nessuno ti impedisce di portare poi questi server e queste applicazioni in casa anche se nel gestire un po' di server e un virtualizzatore (che per definizione è trasparente) non c'è un grande valore aggiunto.Zucca VuotaRe: Cloud perché?
Abbiamo visto bene cosa accade cosa succede a tutti quando ci sono problemi per alcuni ...prova123Re: Cloud perché?
- Scritto da: bubba> a te il termine "housing" fa proprio una XXXXX> vero?> C'e' una CERTA differenza tra il mettere il MIO> sistema col MIO db in un rack di una webfarm... e> usare un db/hw ALTRUI decentralizzato (chissa'> dove esattamente) come se fosse il MIO sistema,> coi miei> dati.Gioca a fare il troll anti internet.SgabbioRe: Cloud perché?
- Scritto da: bubba> a te il termine "housing" fa proprio una XXXXX> vero?> C'e' una CERTA differenza tra il mettere il MIO> sistema col MIO db in un rack di una webfarm... e> usare un db/hw ALTRUI decentralizzato (chissa'> dove esattamente) come se fosse il MIO sistema,> coi miei> dati.Se utilizzi delle virtual machine create da te e pubblicate su un provider IAAS (come Amazon) che differenza c'è?Alcuni ti permettono di scegliere la posizione geografica dei data center da utilizzare (Windows Azure per esempio) facendo in modo che i dati rimangano in EU.Zucca VuotaIl cloud e critiche (costruttive)
L'articolo è fumoso, e con approccio markettaro e, onestamente, un po' inconcludente e fuorviante.Si parte dal presupposto che il cosiddetto cloud sia cosa buona e giusta: beh, non sempre lo è. Anzi senz'altro in molti casi è meglio tenersi i propri asset digitali in casa. E questo è vero non solo per la singola azienda ma forse per l'Italia nel suo complesso: meglio capire bene la tipologia di servizi che propone e non rischiare ciò che è avvenuto già in altri settori economico/produttivi. Ovvero una delocalizzazione selvaggia che dietro la promessa di un (possibile) risparmio immediato ha poi portato un (sicuro) impoverimento in termini di competenze, lavoro, livello tecnologico etc etc. E' ovvio, d'altra parte, che ben vengano le cloud italiane: quello (dal nostro punto di vista) è il tradizionale outsourcing potenziato con gli steroidi. Anzi, l'ideale sarebbe se le cloud italiane, sviluppassero offerte di una tale qualità da attirare gli investimenti (i dati) esteri! Perché noi italiani giochiamo sempre in difesa? Stiamo sempre lì a pensare a come risparmiare comprando cinece (americano, brasiliano o quello che volete), piuttosto che ragionare su come far venire gli altri a comprare a casa nostra.Care aziende, cara pubblica amministrazione, pensaci bene prima di affidare i Tuoi dati ai vari oracoli del cloud. Non credere alle false promesse dei risparmi immediati. Prima di spendere soldi certi per risparmi possibili, fai una seria analisi. Avvia progetti seri che affrontino l'investimento in termini di studio di fattibilità, di analisi dei costi/benefici, analisi dei rischi. Paga il personale interno o magari un buon consulente per darti consigli competenti, non ti affidare a schiere di commerciali che bussano alla tua porta. Investi sulla "professionalità" non sul fumo. E se decidi per il cloud, compra italiano!!E basta avvocati che cercano di fare il mestiere degli altri: di roba tecnica (informatico/ingegneristica e gestionale/economico) se ne occupino i tecnici che magari scrivono meno articoli di dubbia fattura però prediligono l'aspetto concreto e pragmatico.Per quanto riguarda l'aspetto giuridico, voglio pensare che l'autrice dell'articolo avesse necessità di allungare il brodo, e non che non ha capito il nocciolo della questione: il cloud è un aspetto "globale", che non si può affrontare con regole locali. Per questo il legislatore italiano non si è ancora mosso e si è limitato ad un documento informativo: sta aspettando di capire cosa dice l'europa.RokiBilboaIl Cloud è morto...
... dalla vicenda Megaupload, ve ne siete già scordati ? :DBepy StewartEhm..
Aggiungo le mie 5 lire (ah, il vecchio conio..)Il cloud computing, prima di essere quello che è su internet, è un modo di distribuire le risorse su un numero "n" di server.Può quindi esistere una cloud privata, composta anche da sole 3 macchine, in una azienda anche piccolissima, senza outsorcing. Ciò non porrebbe quindi alcun problema di privacy, etc.. eppure parliamo comunque correttamente di cloud.Suppongo non sia quindi la cloud (uso il femminile in quanto nuvola) il problema di cui si parla in questo articolo, bensì:1. il problema della condivisione delle risorse (stesso hardware per più utenti) esistente anche nel vecchio hosting, ma prima non andava di moda2. il problema della dislocazione geografica delle risorse, esistente anche prima bastava avere un account hotmail3. il problema della sicurezza (sempre esistito, da clava e caverna in poi)L'autore non me ne voglia, mi tolgo due sassolini dalle scarpe.1. Pretendere qualcosa dal punto di vista contrattuale, in un mercato composto dal 100% di contratti per adesione, fa un po' sorridere.2. Pensare in ottica hosting (condivisione di risorse) e in contemporanea parlare di sicurezza e privacy è come voler passare una tranquilla prima notte di nozze in un vagone letto a 6 posti.Buon proseguimento da un informatico vecchio, (censura) e stancoDimoltoVigileRe: Ehm..
Ho scritto "outsorcing".. effetto Renato Zero o è l'ora tarda?DimoltoVigileGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 7 feb 2012Ti potrebbe interessare