Informazione, idealista o pragmatista?

Informazione, idealista o pragmatista?

L'informazione serve l'utente o l'utente serve all'informazione? E la qualifica di "giornalista" è di per sé garanzia di correttezza dell'informazione?
L'informazione serve l'utente o l'utente serve all'informazione? E la qualifica di "giornalista" è di per sé garanzia di correttezza dell'informazione?


Roma – In una pausa di lavoro, scorrevo come sempre le notizie di Repubblica.it per conoscere gli ultimi sviluppi di quest’ultima crisi mondiale. Tra i link raggruppati sotto la voce “Internet” trovo questo titolo: “L’11 settembre sul web, il sito della memoria”. Senza pensarci due volte mi reindirizzo sulla home di questo sito e la mia attenzione viene catturata subito da una frase : “The web has no memory, unless it is created” – “Il web non ha memoria, a meno che non venga creata”.

Sottoscrivo in pieno l’espressione e comincio a sfogliare senza indugio il sito che, con una grafica che si conviene all’argomento, raccoglie una carrellata di prime pagine di quotidiani cartacei e virtuali dell’11 e 12 settembre 2001. Mi impressiona fortemente constatare l’eco, il grido all’unisono, di tutte le testate giornalistiche del mondo. Tutte quelle prime pagine, quelle foto, accostate a gruppi di 4 come fossero una triste moviola di quell’evento, colpiscono senz’altro nell’intimo del visitatore. Quelle pagine della memoria mi hanno fatto subito pensare al lungo muro di porfido nero che reca i nomi dei 60.000 caduti in Vietnam. Visioni simili per situazioni differenti.

Ritornando però sulla pagina principale, favorevolmente impressionato dall’iniziativa di questo memorial site, rileggo più attentamente quello che Norbert Specker, il giornalista svizzero creatore del sito, scrive in prima battuta: “We hope the growing collection will serve the education of the online news industry and further its quality”; sinteticamente “Speriamo che questa raccolta serva alla crescita professionale dell’industria dei notiziari on-line”. Un po’ più sotto, solo in seconda ed ultima battuta, l’autore scrive: “May this collection also serve as a humble memorial to the countless innocent victims of these acts of terror”, cioè “Che questa collezione possa anche servire come luogo della memoria delle innumerevoli vittime innocenti di questi atti di terrore”. “Anche” e NON “soprattutto” servire come luogo della memoria.

Rimango un attimo perplesso: a cosa serve, o meglio, a chi serve realmente questo sito? Il commento frettoloso di Repubblica.it lo classifica come sito nato per le vittime innocenti del terrorismo in America ma ad un’analisi attenta ed un’altrettanto attenta navigazione si risale ad Interactive Publishing, un’agenzia svizzera promotrice del Content Summit, una conferenza per gli organi di informazione che verte sulla modalità dei contenuti on-line, la quale si terrà a Zurigo nei primi di novembre.

Cosa mi trovo realmente di fronte? Idealismo o pragmatismo ben mascherato? E’ difficile rispondere a questa domanda e, forse, alcuni potrebbero ritenerla oziosa, ma non si può fare a meno di riflettere sul significato delle parole “trasparenza”, “correttezza”, “esattezza”; parole che dovrebbe essere impresse come sfondo sui desktop di ogni giornalista; anzi, superando il termine ormai obsoleto di questa categoria, di ognuno che voglia fare informazione in Rete e fuori dalla Rete.

L’informazione serve l’utente o l’utente serve all’informazione? Di un fatto sono sicuramente certo: pensando all’editorialista di Repubblica.it credo fermamente che il Content Summit è sicuramente destinato a lui e a tutti quei giornalisti della carta stampata e virtuale che commentano in modo assolutamente superficiale i fatti che si succedono dentro e fuori la Rete. E non posso fare neanche a meno di ripensare alla legge sull’editoria che vorrebbe salvaguardare l’utente finale da un’informazione approssimativa e a-professionale. La qualifica di “giornalista” è di per sé garanzia di correttezza dell’informazione? Non lo credo assolutamente e men che meno credo alla “spontaneità” di certe iniziative editoriali.

Stefano Mecchia

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Pubblicato il
16 ott 2001
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