Warner Bros e la sussidiaria di Intel Digital Content Protection partono lancia in resta contro Freedom USA, società a loro dire responsabile di violare i sacri precetti del Digital Millennium Copyright Act (DMCA) favorendo la pirateria dei preziosi contenuti in alta definizione prodotti dall’industria multimediale a stelle e strisce.
Intel e Warner hanno dunque avviato una causa legale contro la società e il suo CEO Alex Sonis, con l’obiettivo di inibire la commercializzazione dei prodotti di HDCP-stripping che costituiscono la principale attività di Freedom USA e relativi marchi associati.
La denuncia spiega come i prodotti di conversione digitale-analogico di Freedom USA-AntaresPro violino il DMCA bypassando il sistema di protezione hardware HDCP, un sistema che è invero passato alla storia come ennesima protezione DRM inutile da un paio di anni a questa parte .
Intel, che pure aveva confermato la veridicità del “leak” della master key per HDCP e promesso di dar battaglia legale a chiunque se ne servisse, non aveva sin qui mai accusato nessuno di circonvenzione di DRM. Ora quella posizione è cambiata, e l’accusa per Freedom USA è di favorire il rischio che la copia e la redistribuzione non autorizzata di contenuti in alta definizione (teoricamente protetti da HDCP) siano notevolmente aumentati dagli strumenti di conversione messi in commercio dall’azienda.
L’accusa è insomma di “pirateria involontaria”, e del conseguente danno economico derivante dalla ridotta richiesta di contenuti “legali” da parte degli utenti nei tradizionali canali distributivi (home video, trasmissioni televisive) o in digital delivery (video-on-demand). L’idea che i prodotti AntaresPro e simili possano servire anche per connettere TV-set analogici a lettori digitali (una pratica che viene “degradata” nella qualità di visione da HDCP) non viene minimamente presa in considerazione dal dinamico duo Intel-Warner.
Alfonso Maruccia