La notizia non è freschissima ma, visti i nomi in campo, solleva un certo rumore ora che va diffondendosi sulla rete occidentale: è quella di una campagna iraniana contro una serie di società che vengono definite “sioniste” e che come tali devono essere boicottate. A pensarla così è il governo di Teheran, che avrebbe trasmesso una lista delle società “in mano ai sionisti” a tutti i governi dei paesi islamici.
Viste le tensioni di questi anni in Medioriente un’azione del genere forse non è sorprendente, lo è di più che ad essere presa di mira, tra le varie McDonald’s, Coca-Cola e Marlboro, per dirne solo alcune, sia anche Intel . Il colosso dei processori è infatti una società particolarmente attiva proprio in quell’area e anche nelle zone più difficili: è di pochi mesi fa l’annuncio del varo del nuovo centro di sviluppo Intel in Palestina, nientemeno che a Gaza.
Eppure, come si evince dai servizi televisivi della tv di Teheran, proprio Intel è presa di mira in modo particolare: i pesanti investimenti effettuati nei decenni in Israele, oggi costituiscono il motivo principale per questa singolare “scomunica” iraniana.