Francoforte – Non sarà facile uscirne tutto intero per Hans Eichel, il ministro delle Finanze tedesco finito nel mirino di facili e doverosissime critiche dopo che il suo dicastero ha confermato di avere allo studio una norma che prevede la tassazione delle aziende per ogni minuto che un dipendente passa collegato alla rete.
In realtà non si tratta di una nuova legge ma dell’estensione di una circolare che riguarda la tassazione delle telefonate private effettuate dai dipendenti delle aziende. Ma l’estensione, voluta dal Ministero, è naturalmente contestata, perché richiederebbe un controllo sul “consumo Internet” delle aziende, in violazione della privacy, e imporrebbe una tassa che farebbe crollare l’uso della Rete stessa nelle aziende, in totale contraddizione con quanto finora fatto dal governo federale per agevolare l’accesso alla Rete da parte delle imprese.
La portavoce di AOL Europe, Carsten Meincke,si è addirittura spinta ad affermare che si tratta “soltanto di un nuovo esempio della necessità tedesca di tentare di regolare tutto. E ‘ incredibile come queste idee dalle prospettive così provinciali siano portate avanti da burocrati di stato a caccia di qualche marco in più. Se venisse implementata, questa norma sarebbe un freno tirato allo sviluppo di Internet in Germania”.
Il ministero delle Finanze ha già preso una posizione ambigua ricordando ai giornalisti che la normativa può essere bloccata nei singoli lander dalle autorità locali e affermando che saranno le aziende, “in buona fede”, a dover fornire i dati del proprio “consumo Internet” per poter essere poi tassate in relazione al tempo di connessione.
Tra le contraddizioni più vistose della norma, confermate dallo staff del Ministero, c’è il fatto che non verrebbero tassate le connessioni flat ma soltanto quelle “a scatti”. E in Germania la quasi totalità delle aziende dispone di connessioni flat, tanto che ci si chiede chi e perché dovrebbe quindi venire tassato.
Molto esplicita Heidi Sherman, economista di punta della società di studi Ifo: “Non credo che potranno portare avanti questa cosa. Da una parte il Governo vuole offrire un laptop ad ogni studente delle scuole, e dall’altra vorrebbe imporre questo nuovo balzello. Si tratta di un incubo burocratico”.