Roma – Il tempo trascorso davanti alla televisione, per chi possiede anche il collegamento alla Rete, è sempre più ridotto . Pare che della notizia si siano sorpresi in molti, eppure sono anni che, a partire dagli Stati Uniti, la televisione perde punti e l’ultimo studio tedesco di ADLink non fa che confermare, per l’Europa, una uguale tendenza.
Il motivo principale pare essere il tempo libero, necessariamente contingentato tra esigenze personali, familiari e professionali. Per molti, Internet è un passatempo, un modo per fruire del tempo libero in modo attivo, approfondendo i propri interessi, compiendo ricerche o più spesso dialogando o chattando con vecchi e nuovi amici in tutto il Mondo. Internet “ruba” tempo alla TV, dunque.
Ma il vero motivo per cui la televisione come la conosciamo oggi non può che soccombere è un altro, e sta tutto nel fatto che chi utilizza Internet è abituato a scegliere, sa che può cliccare qui o lì secondo il proprio insindacabile giudizio e l’umore del momento, sa che può leggere dei testi, ascoltare della musica, scaricare un file video quando più gli/le pare. Può pubblicare un proprio sito, mettere in piedi un’attività partendo da un’idea e via elencando. Nei fatti: può scegliere modi e tempi della fruizione della Rete.
La Televisione è il contrario di tutto questo, perché tutto ciò che viene trasmesso è già deciso per tutti “i collegati” , perché quanto appare su quello schermo o lo vedi mentre viene trasmesso o non lo vedi più oppure sei costretto a registrarlo.
In effetti, rispetto alla televisione Internet è un virus. Una volta che si viene in contatto con la Rete, che si inizia ad usare la posta elettronica, a navigare facilmente tra siti stimolanti individuando i propri preferiti, a chattare con gli amici, si viene, di fatto, “contaminati”. Da quel momento in poi accontentarsi di una scatola urlante che si interrompe spesso per dare spazio a rumorose pubblicità e che propone programmi che appaiono via via più scadenti è assai difficile. E si impara a fruire della Televisione in modo più maturo, cogliendo nella programmazione solo quelle due o tre cose che interessano, magari videoregistrandole, e relegando l’arma segreta di bonviana memoria ad accessorio, pronto a trasformarsi in ricordo del passato.