Internet: licenziamenti e vendite in calo

Internet: licenziamenti e vendite in calo

Dopo la forte accelerazione della crescita di Internet si cominciano ad avvertire i segni di una recessione, un passo indietro sul quale potrebbero inciampare ancora in molti
Dopo la forte accelerazione della crescita di Internet si cominciano ad avvertire i segni di una recessione, un passo indietro sul quale potrebbero inciampare ancora in molti


New York (USA) – Sono pochi gli analisti che erano riusciti a prevedere con un certo anticipo che qualcosa nel settore dell’IT non stava girando nel verso giusto. Eppure all’improvviso, in meno di 60 giorni, il tempo che divide ottobre da Natale, le indagini di mercato hanno cominciato ad individuare dati ben meno incoraggianti di quelli disponibili a fine settembre.

Difficile per chiunque dire cosa stia accadendo, ma secondo i più si tratta di una situazione di difficile interpretazione sulla quale influiscono numerosi fattori: dal processo contro Microsoft alla diffidenza degli utenti a fare acquisti online, dal clima “freddino” dei mercati mondiali alla crisi della e-pubblicità. In sostanza, tutto quanto ha a che fare con Internet.

Di fatto le aziende “dotcom” americane hanno cominciato a licenziare personale a causa dei problemi economici. Così, tra novembre e dicembre, sarebbero quasi 20mila le persone che negli USA hanno perso il lavoro nel settore. Potrebbe accadere presto anche in Europa.

Alcuni tra i più importanti produttori di computer (tra cui Dell e Compaq ) hanno cominciato ad offrire sconti sui propri prodotti, riducendo ulteriormente i margini di guadagno e ponendo quindi le basi per una guerra dei prezzi a cui assisteremo nei prossimi mesi. Apple ha previsto addirittura un calo del 40 per cento nelle vendite, ma non ha ancora abbassato i prezzi. E moltissimi altri, ne sono zeppe le cronache dei giornali finanziari, si stanno affrettando a ridimensionare le previsioni di utili, tutti in ribasso rispetto alle attese.

Secondo Kimberly Alexy, analista di Prudential Securities, si sarebbe verificato un calo soprattutto nella domanda di notebook e di server, al punto da compromettere le attese di bilancio per Dell e IBM . E’ incerta anche la crescita dell’e-commerce: da alcuni dati risulta infatti che quasi la metà degli utenti che aveva fatto acquisti online l’anno scorso, non ha ripetuto l’esperienza nel corso del 2000.

Ci sono poi varie tesi secondo cui gli utenti starebbero attendendo servizi più evoluti per il web, senza dover comprare nuove macchine ogni due anni. Un’utenza più matura o piuttosto un mercato un po’ troppo aggressivo, speranzoso di cambiare spesso il pc a tutti?

La crisi della e-pubblicità verte attorno alla presunta perdita di efficacia del banner, lamentata dalle grandi aziende che hanno investito in promozione su Internet, al punto che la maggior parte dei big della e-pubblicità quotati in borsa hanno concluso un 2000 disastroso.

Di certo il mercato dei computer e della e-pubblicità è fortemente legato anche allo sviluppo culturale degli utenti della rete e, se questi oggi possono apparire sfiduciati, la causa potrebbe ricercarsi nei principali attori che in questi anni si sono gettati verso la ?terra promessa?, che si è poi rivelata meno promettente del previsto, mettendo in crisi molti.

Oggi questa recessione dell’IT assomiglia a una violenta frenata e qualche vittima umana, vedi la cronaca nera di questi giorni, c’è già stata.

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Pubblicato il
29 dic 2000
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