Roma – In causa con la “mamma” francese e impantanata in una guerricciola tra soci, Aucland Italia sta combattendo la sua battaglia più difficile per rimanere uno dei principali siti italiani dedicati alle aste online. Dopo alcune settimane nelle quali molti degli utenti di Aucland.it si sono lamentati per non aver più ricevuto i premi e i pagamenti attesi e dopo la pubblicazione sulle pagine di iBazar di un’asta nella quale un anonimo “Kribal” mette a disposizione le proprie quote in Aucland per 1,3 miliardi, il futuro del sito sembra decisamente a rischio.
Dei guai di Aucland.it , segnalati da Punto Informatico nei giorni scorsi, abbiamo potuto parlare con Marco Antonio Moretto, amministratore unico di Aucland Italia, che ora si trova a Parigi.
Punto Informatico: “Cosa sta succedendo ad Aucland.it?”
Marco Antonio Moretto: “Ci sono problemi di assetto societario, problemi di collaborazione con la Francia, che ha bloccato i finanziamenti e i pagamenti. E c’è una causa in piedi per stabilire chi è che controlla Aucland Italia, se Aucland Francia o io stesso”.
PI: Qualcuno su iBazar, con lo pseudonimo di “Kribal”, ha messo all’asta le proprie quote nella società che controlla Aucland.it. Cosa ne pensa?
MAM: Non sono stato io a mettere in vendita le mie quote, sarebbe stupido da parte mia fare qualcosa del genere. Quello che posso dire e che c’è un altro socio che ha il 5 per cento dell’azienda, si tratta di mio zio. Tra noi non corre buon sangue e potrebbe essere stato lui, o un’altra persona intenzionata a far del male a me o ad Aucland Italia, ad aprire quell’asta. Ho pensato a mio zio perché lui si chiama Balsamo, il figlio si chiama Christian, e dunque “Kribal” sembra uno pseudonimo di facile lettura. Una tesi che ho visto scritta anche su uno dei commenti al vostro articolo dell’altro giorno.
PI: Un suo zio? Ma chi ha aperto quell’asta può davvero cedere in quel modo le proprie quote?
MAM: Il punto è che se fosse davvero mio zio a vendere le sue quote commetterebbe un illecito, in quanto come socio ho diritto di prelazione sulle quote stesse. Se invece è qualcun altro, che non è socio dell’azienda, allora un illecito viene comunque commesso, perché ci si spaccia per qualcun altro danneggiando la società. Per questo proprio adesso sto sporgendo denuncia per l’accaduto.
PI: In una intervista online, Luca Paparatti, dello staff di Aucland, sostiene che una parte del personale di Aucland Italia già lavora presso altre aziende. C’è aria di smobilitazione…
MAM: Naturalmente, è ovvio. Nel momento in cui l’azienda non viene più messa in condizione di pagare lo stipendio è naturale che il dipendente cerchi altre soluzioni; è inevitabile.
PI: In questa situazione, un utente di Aucland.it cosa deve aspettarsi?
MAM: Il sito funziona come sempre. Alcuni servizi non sono più attivi perché dalla Francia ci hanno tolto l’accesso al nostro database e dunque non possiamo più offrire servizi importanti, come quelli per l’affiliazione e altro ancora. Però sul sito gli utenti possono vendere e comprare, come sempre.
PI: In questi giorni in molti hanno protestato per i mancati pagamenti dei programmi e dell’ultimo concorso. Cosa accadrà con queste pendenze?
MAM: Dobbiamo attendere che sia risolto il problema con Aucland Francia per poter riavviare tutto il sistema dei pagamenti. Ma è naturale che questi utenti, che costituiscono un patrimonio per Aucland, perché sono quelli più impegnati sul sito e sulle sua attività, dovranno avere quanto gli spetta. E spero che questo accada davvero a breve.
PI: Quali sono i tempi per la chiusura della causa con Aucland Francia?
MAM: Difficile dare tempi certi, però possiamo dire che il 14 febbraio è prevista l’udienza del processo, dovrebbe essere l’udienza conclusiva. A quel punto il giudice avrà una quindicina di giorni per decidere del futuro di Aucland Italia. Quindi diciamo che entro febbraio dovremmo pervenire ad una prima soluzione del problema.
Intervista a cura di Paolo De Andreis