Ipercontrollati i ragazzi americani online

Ipercontrollati i ragazzi americani online

Rispetto ai loro coetanei europei passano più tempo collegati alla Rete ma la vera leadership ce l'hanno nell'essere controllati dai genitori quando navigano, spesso attraverso i contestati filtri software. In Italia poche restrizioni
Rispetto ai loro coetanei europei passano più tempo collegati alla Rete ma la vera leadership ce l'hanno nell'essere controllati dai genitori quando navigano, spesso attraverso i contestati filtri software. In Italia poche restrizioni


New York (USA) – Tra i 12 e i 24 anni gli americani sono quelli che nei 16 paesi dove Internet è più diffusa passano più tempo sulla Rete. Ma gli USA hanno anche il record di ragazzi in quella fascia d’età le cui “mosse” online vengono controllate, monitorate o filtrate.

Stando all’ultimo studio di Ipsos Reid, in Europa le cose vanno in modo ben diverso, perché si passa meno tempo in Rete e si subiscono meno restrizioni.

I ricercatori della società di rilevazione sostengono comunque che il 64 per cento dei giovani intervistati che dispone di accesso ad Internet da casa, può navigare liberamente in Rete, senza controllo da parte dei genitori né software pensato per filtrare determinati contenuti. “I genitori europei – spiegano i ricercatori – sembrano avere un atteggiamento molto più rilassato di quelli americani quando si parla di quello che i propri figli vedono o fanno online. L’approccio europeo è generalmente più aperto e questo si riflette anche in relazione alla Rete”. “In America – sostiene Ed Morawski, vicepresidente delle ricerche Ipsor-Reid, i genitori pagano l’accesso alla Rete dei propri figli ma restringono il loro campo d’azione o monitorano quello che fanno. E ‘ come portarli in un negozio di caramelle ma consentir loro di sceglierne solo alcuni tipi”.

Il 40 per cento dei giovani americani, afferma il rapporto, va su Internet con qualche forma di limitazione: o di tempo che può passare collegato o di siti che può visitare. Il 19 per cento, invece, viene tenuto “sotto controllo” dai software filtro, quelle speciali applicazioni pensate per impedire l’accesso a siti con contenuti sessualmente espliciti o violenti, a seconda dei limiti decisi dai genitori. Software che però, come noto, sono spesso finiti sotto accusa perché incapaci di operare una distinzione efficace tra siti con contenuti “inadatti” e gli altri siti. In Italia la percentuale di software-filtro per ragazzi tra i 12 e i 24 anni scende addirittura al 3 per cento, come in Svezia, mentre in Olanda si è al 2 per cento: una differenza colossale, dunque, rispetto a quanto accade ai coetanei nordamericani.

Sulle limitazioni di tempo passato in Rete si assiste invece ad un “ribaltamento” tra Europa e America. Il 28 per cento dei giovani francesi, il 24 per cento degli italiani e il 37 per cento degli svedesi, infatti, secondo i ricercatori si deve accontentare di “tempi contingentati” per l’accesso ad Internet da casa. Mentre solo il 19 per cento dei giovani americani intervistati ha “denunciato” questo limite in casa propria.

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Pubblicato il
29 nov 2000
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