La sua uscita di scena silenziosa, almeno fino a oggi, aveva lasciato i suoi appassionati delusi e disorientati: iPod Classic, uno dei più longevi prodotti Apple in circolazione, è sparito lo scorso settembre dai listini senza una spiegazione e senza una ragione apparente. Fino a ieri, quando Tim Cook ha raccontato la fine del vecchio modello alla platea di una conferenza organizzata dal Wall Street Journal .
Uno dei partecipanti ha avuto l’opportunità di chiedere spiegazioni sull’apparentemente inspiegabile scomparsa dell’iPod Classic 160GB, un modello che non era stato aggiornato da molto tempo e che rappresentava la testimonianza di un tempo in cui la musica si vendeva sotto forma di MP3 : che fosse spacciato si era ormai capito, ma i più ritenevano sarebbe rimasto lì a far bella mostra di sé senza particolari novità. Cook ha spiegato che neppure questa ipotesi era praticabile: “Non riuscivamo più a trovare le parti ( per costruirlo, ndr ) da nessuna parte, in nessun luogo al mondo”. Di fatto la decisione di staccare la spina non è stata dettata, come di consueto da parte di Apple, dall’esigenza di tagliare i ponti con l’hardware antico: questa volta è stata una questione prettamente logistica , probabilmente anche dettata dalla scarsa competitività di prodotti come un hard disk da 1,8 pollici che non reggono il passo delle più moderne e veloci memorie a stato solido.
“Il lavoro di ingegnerizzazione era massiccio, il numero di persone che ne volevano uno molto ridotto. Non c’erano alternative ragionevoli”: così l’iPod Classic ha fatto le spese del progresso irrefrenabile della tecnologia , che gradualmente ha promosso l’adozione delle memorie flash e dei display touch-screen a scapito di un’interfaccia e di un hardware più datato come quello di un dispositivo presentato al pubblico nel 2001 . Per il quale non è previsto alcun rimpiazzo. ( L.A. )