Iran all'assalto dei blogger

Iran all'assalto dei blogger

In poche settimane sono cinque i titolari di weblog finiti in carcere e in attesa di processo. Accade nel paese che ha un ruolo chiave nello sviluppo della Internet Governance sotto l'egida dell'ONU
In poche settimane sono cinque i titolari di weblog finiti in carcere e in attesa di processo. Accade nel paese che ha un ruolo chiave nello sviluppo della Internet Governance sotto l'egida dell'ONU


Roma – Non possono che scandalizzarsi quelli di Reporters sans frontières (RSF) , organizzazione che ancora una volta si trova a denunciare gravissimi episodi di censura online da parte del governo iraniano. Censura ancora più grave visto il ruolo assunto dall’Iran sul piano internazionale in materia di Internet.

Nelle ultime settimane, segnala una sconsolata nota di RSF, sono stati arrestati cinque titolari di blog su Internet . La semplicità con cui un blog può essere realizzato, la possibilità di aggiornarlo da qualsiasi internet café, le occasioni per chi lo legge di partecipare attivamente alla sua realizzazione sono tutti elementi che hanno giocato a sfavore dei blogger, traditi dal desiderio di dire la loro.

Il regime di Teheran, come sempre e ancora una volta condizionato dalla parte più conservatrice e radicale delle proprie istituzioni, sembra dunque aver deciso. Con l’arresto due giorni fa dell’ennesimo blogger, le forze dell’ordine hanno dato un segnale chiaro e forte a tutti i cittadini iraniani che possono accedere ad Internet .

L’accusa per gli arrestati, quando resa pubblica, è sempre la stessa: quella di aver pubblicato critiche contro esponenti dell’ala conservatrice , sia a livello comunale che nazionale. Critiche che, come noto, sono assai mal tollerate in Iran. Significativo l’arresto di Farid Modaressi avvenuto due giorni fa, uno studente col pallino di scrivere note sul movimento conservatore, i cui due fratelli nei giorni precedenti erano già stati arrestati. Dei tre al momento non si hanno notizie certe.

Come i blogger anche alcuni giornalisti web, almeno cinque persone, sono ancora dietro le sbarre per ragioni del tutto simili, come aver scritto articoli per siti riformisti.

Certo non è una novità per l’Iran ricorrere a grossolane censure in rete, visto il trattamento riservato a certi provider troppo filo-occidentali o viste le chiusure disposte contro certi siti web per condizionare la politica interna. Sono anni che satellite e internet sono oggetto di crociate malamente giustificate con motivi religiosi.

Ma ciò che suscita scandalo è il fatto che nell’ambito del Summit internazionale sulla Società dell’informazione , consesso a cui partecipa tutto il mondo sotto l’egida dell’ONU, all’Iran, come anche alla Cina , sono state accordate posizioni di centralità per i grandi temi della Internet governance , che consentiranno ai due regimi di estendere la propria influenza sull’intero Summit.

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Pubblicato il
1 dic 2004
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