Iran, offensiva contro i siti web

Iran, offensiva contro i siti web

Ne parla Reporters sans frontières, secondo cui i siti web vicini ai riformatori vengono chiusi dalla mannaia della censura conservatrice. Presi di mira i siti di attualità
Ne parla Reporters sans frontières, secondo cui i siti web vicini ai riformatori vengono chiusi dalla mannaia della censura conservatrice. Presi di mira i siti di attualità


Teheran (Iran) – Si stanno moltiplicando le azioni di repressione del libero accesso ad internet degli iraniani da parte delle autorità di Teheran. L’allarme lo lancia ancora una volta Reporters sans frontières che punta il dito, in particolare, contro l’annuncio di due giorni fa da parte di un giudice iraniano di voler chiudere il sito vicino ai riformatori www.emrooz.ws .

Come molti altri siti che sono nel mirino delle autorità per motivi politici o culturali, perché ospitano cioè materiali considerati offensivi per l’Islam, emrooz.ws è dunque “a rischio”. Questo suo “status”, d’altra parte, già dall’inizio dell’anno ha fatto sì che sia stato reso impossibile agli utenti iraniani l’accesso al sito . Anche in Iran, come in altri paesi della regione e in Cina, il traffico internet da e per l’esterno del paese è centralizzato e può essere controllato dai network governativi.

Riferendosi alla posizione del giudice iraniano, RSF ha condannato lo sbarramento all’accesso ricordando come “gli iraniani oggi utilizzano massicciamente la Rete per accedere a un’ informazione indipendente , nonostante i controlli esercitati dalle autorità. Chiediamo ai giudici conservatori di mettere fine alla loro censura ideologica del Net, che si è particolarmente intensificata durante questo periodo elettorale”.

Nella black list che blocca l’accesso a certi siti, ricorda RSF, sono entrati anche siti come www.gooya.com , una directory commerciale piuttosto popolare che dà accesso a contenuti non tutti approvati dalle autorità. RSF ipotizza comunque che gooya.com potrebbe già essere uscito dalla lista nera. Nella lista rimane invece il sito informativo www.rouydad.ws , inaccessibile dall’interno del paese. Identico destino anche per il sito della stessa RSF, www.rsf.org, disponibile peraltro anche in persiano.

“Anche i weblog, le pagine personali o collettive dove gli internauti commentano l’attualità – continua RSF – sono sottoposti alla censura dei conservatori. Tra i 50 mini-siti che commentano le elezioni iraniane, segnaliamo http://sobhaneh.com e un weblog collettivo di informazione sul boicottaggio .”

“La censura – ricorda ancora RSF – ufficialmente destinata a proteggere la popolazione da ipotetici contenuti immorali, si è rapidamente estesa alle informazioni politiche. Attualmente sul Net iraniano è comunque più facile accedere ai siti pornografici che alle pubblicazioni riformatrici censurate”.

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Pubblicato il
26 feb 2004
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