Tutti i netizen irlandesi dovrebbero pagare per la pubblicazione online di post, cinguettii o commenti nei più svariati forum digitali . È la curiosa proposta del senatore Eamonn Coghlan, membro del partito Fine Gael ( Famiglia degli Irlandesi ) e della commissione Trasporti e Comunicazioni al Parlamento della Repubblica d’Irlanda.
Nelle indagini parlamentari sul delicato rapporto tra social media e cyberbullismo, il senatore Coghlan ha proposto una precisa strategia per limitare le attività anonime dei cosiddetti troll. Oltre all’istituzione di meccanismi premium per le semplici condivisioni social su Twitter o Facebook, si mediterebbe di instaurare un vero e proprio regime di identificazione digitale.
In sostanza , tutti gli utenti irlandesi dovrebbero risultare schedati attraverso i numeri di passaporto o i singoli indirizzi IP sfruttati per la connessione al web . Eventuali attività di disturbo – o appunto di molestie a mezzo cibernetico – verrebbero subito identificate tramite la gestione di un meccanismo esteso di tracciamento online.
In attesa degli interventi dei responsabili di Twitter e Facebook – va ricordato che numerose società operative sul web hanno scelto l’Irlanda come sede europea dei rispettivi business – il ministro irlandese delle Comunicazioni Pat Rabbitte ha chiesto maggiore impegno nella rimozione di contenuti illeciti o comunque pericolosi per gli utenti .
Al centro delle attenzioni, una possibile revisione delle attuali predisposizioni legislative sulla diffamazione, che vietano espressamente l’invio di messaggi per disturbare, molestare o provocare ansia nei cittadini. Il governo di Dublino vorrebbe perciò estendere queste regole alle principali piattaforme della condivisione social.
Mauro Vecchio