ISP irlandesi cederanno i nomi degli utenti

ISP irlandesi cederanno i nomi degli utenti

Nell'annosa battaglia contro il peer-to-peer, le major ottengono che i provider del paese siano tenuti a consegnare i nomi degli utenti accusati di scambio illegale di file
Nell'annosa battaglia contro il peer-to-peer, le major ottengono che i provider del paese siano tenuti a consegnare i nomi degli utenti accusati di scambio illegale di file


Roma – Paese per paese la guerra giudiziaria delle major contro gli abusi compiuti sul peer-to-peer prosegue con chirurgica precisione, ottenendo risultati un tempo insperati: l’Alta Corte irlandese ha sentenziato che i provider debbano fornire i nomi dei propri abbonati quando sono accusati di aver violato il diritto d’autore scambiando illegalmente file sui sistemi di file sharing.

La notizia, diffusa da EDRI , arriva a pochi giorni di distanza dalla sentenza della Corte Suprema britannica secondo cui le necessità di indagare e procedere giudizialmente contro chi viene accusato dalle società della musica e del cinema di illecito, sono più importanti del diritto alla privacy rivendicato dai provider per i propri clienti.

La determinazione dell’Alta Corte irlandese conferma quanto sentenziato dai magistrati, e chiarisce che quei dati possono essere utilizzati per la sola contestazione che viene prodotta contro gli utenti e in nessun altro contesto.

Va detto che la High Court irlandese non ha nemmeno preso in considerazione alcuni aspetti sollevati dall’organizzazione locale per i diritti digitali Digital Rights Ireland e considerati essenziali, come ad esempio il diritto degli utenti di ricevere la notifica di una denuncia quando questa viene trasmessa al provider.

Va detto che l’offensiva delle major sui dati degli utenti è di vecchia data. Negli USA si è combattuta una durissima battaglia legale tra multinazionali della musica e provider, che ha determinato nuove modalità d’azione per l’industria, passata a denunciare migliaia di ignoti, offrendo loro di “venire allo scoperto” e pagare un quantum per evitare il procedimento legale. In Germania, invece, si è determinato che gli ISP possono non fornire i dati degli utenti.

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Pubblicato il
3 feb 2006
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