Italia, manette per ring pedoporno

Italia, manette per ring pedoporno

Sono sette gli arrestati che sono accusati di aver adescato bambini ed averli utilizzati per produrre immagini poi distribuite via Internet. Per la prima volta il reato è quello di associazione a delinquere
Sono sette gli arrestati che sono accusati di aver adescato bambini ed averli utilizzati per produrre immagini poi distribuite via Internet. Per la prima volta il reato è quello di associazione a delinquere


Catania – Non erano curiosi né acquirenti di immagini proibite: i sette che ieri sono stati arrestati in Sicilia sono ritenuti dagli inquirenti responsabili di aver realizzato e diffuso immagini pedopornografiche via Internet, ottenute adescando minori. La Procura di Caltagirone ne ha chiesto l’arresto per “associazione a delinquere finalizzata all’adescamento e alla divulgazione di materiale di pornografia infantile”.

Non era mai accaduto che venisse contestata l’associazione a delinquere in casi del genere, un reato previsto dal nuovo articolo 603 del codice penale. Le indagini svolte dalla Polizia postale di Catania nell’operazione The Mirror avrebbero messo in luce un rapporto organizzativo tra i sette arrestati, comprensivo di un incontro a Rimini durante il quale sarebbe stato scambiato molto materiale prodotto dagli arrestati. Altre due persone sono indagate, due minorenni, uno di Catania e uno di Campobasso.

Gli arresti sono stati eseguiti, su richiesta del procuratore della Repubblica di Caltagirone Onofrio Lo Re, a Reggio Calabria, Napoli, Latina, Rimini, Vicenza, Treviso e Udine. Ora tutti gli arrestati sono agli arresti domiciliari.

Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, le immagini venivano pubblicate su siti web accessibili soltanto con password. A quanto pare le indagini sono partite l’anno scorso dopoché nel computer di un indagato per apologia della pedofilia è stato individuato un account di accesso ad una chat riservata, gestita da un giovane il cui nick era, appunto, “The Mirror”. E’ bastato a quel punto seguire le attività della chat per capire che i frequentatori non si limitavano a passarsi l’un l’altro materiale pedopornografico ma anche consigli su come adescare i bambini vittime delle loro violenze.

Nelle abitazioni degli indagati la Polizia ha individuato molto materiale informatico sul quale potrebbero trovarsi ulteriori prove delle malefatte, materiale che gli inquirenti hanno definito di “grande interesse investigativo”.

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Pubblicato il
23 feb 2005
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