San Francisco (USA) – Durante il recente JavaOne la comunità open source ha portato a casa una vittoria che inseguiva ormai da molto tempo, vittoria che permetterà agli sviluppatori di proporre modifiche open source alla piattaforma Java attraverso processi standard chiamati Java Specification Requests (JSR). Nell’accordo sono anche previsti aiuti finanziari, da parte di Sun, a progetti open source basati su Java.
Sun ha collaborato con l’ Apache Software Foundation (ASF), sviluppatrice del popolare Web server Apache, per definire le procedure che renderanno possibile apportare modifiche open source a Java attraverso la Java Community Process (JCP), l’organo capeggiato da Sun che guida lo sviluppo della piattaforma.
Jason Hunter, vice presidente della ASF, ha spiegato che fino ad oggi le aziende che operavano nell’open source hanno sempre trovato difficile proporre cambiamenti a Java: questo per via dei problemi legati alle precedenti licenze di Sun e ai costi associati all’esecuzione di tutti i test di compatibilità necessari per la necessaria certificazione.
Sun, che ha ora standardizzato un meccanismo con cui gli sviluppatori potranno proporre modifiche alla JCP distribuibili sotto una licenza open source, ha anche concesso che vengano implementate versioni aperte di alcune JSR già rilasciate e dei kit per il testing delle applicazioni.
Sun non ha ancora svelato quale licenza open source utilizzerà per Java ma, secondo alcuni, difficilmente si tratterà della ben nota GPL, tanto osteggiata da parte dell’industria tradizionale.
Ma per la comunità open source questo vuol essere solo il primo passo: l’obiettivo finale è quello di ottenere che Java venga integralmente rilasciato sotto una licenza aperta. Un’ipotesi su cui Sun si è però finora mostrata inamovibile, soprattutto per il timore di perdere il controllo sullo sviluppo della propria tecnologia.