Kickstarter cambia regole

Kickstarter cambia regole

Più attenzione alla conclusione dei progetti finanziati dal basso. Non basteranno solo le belle promesse. Anche il fallimento andrà gestito con calma, dignità e classe
Più attenzione alla conclusione dei progetti finanziati dal basso. Non basteranno solo le belle promesse. Anche il fallimento andrà gestito con calma, dignità e classe

Ogni promessa è un debito, almeno su Kickstarter. Dopo aver dato i natali a molte campagne di successo, la piattaforma di crowdfunding ora però ha deciso di chiarire meglio i termini e le condizioni per l’utilizzo dei suoi servizi: i progetti presentati sono sempre una scommessa che i sostenitori scelgono di fare assumendosene tutti i rischi, ma nonostante questo ora Kickstarter prova a mettere in chiaro cosa i creatori di un progetto sono tenuti a fare e cosa gli utenti debbono aspettarsi quando le cose si mettono male.

Nella rinnovata sezione 4 delle condizioni d’uso del servizio, ora Kickstarter pone in maggiore evidenza il rapporto esistente tra chi propone e chi contribuisce: in un certo senso la piattaforma prova a chiarire la sua estraneità nelle relazioni che si instaurano tra chi ha un’idea e cerca finanziamenti e chi decide di contribuire economicamente. È tra questi soggetti che si instaura un legame, anche di tipo legale, e dunque gli uni devono rendere conto agli altri: se un progetto viene finanziato con successo, i suoi proponenti sono tenuti a portarlo a termine e a garantire la distribuzione delle ricompense (reward) secondo i piani annunciati durante la campagna.

Naturalmente è possibile che qualcosa vada storto: un progetto proposto su Kickstarter è tipicamente un prodotto innovativo, un servizio originale, e dunque non necessariamente sarà possibile raggiungere la sua conclusione senza intoppi o difficoltà. Le scadenze promesse potrebbero slittare, non tutte le caratteristiche descritte potrebbero passare dalla carta al prodotto finale: se si mette storto qualcosa, Kickstarter ha anche elencato i passaggi che suggerisce di seguire per gestire al meglio la crisi. La comunicazione, soprattutto, viene consigliata come arma principale per tenere la situazione sotto controllo: informare i sostenitori della stato dei lavori, dettagliare le spese sostenute , cercare di portare a termine il progetto salvando il salvabile e nella peggiore delle ipotesi anche restituire quanto rimanga in cassa.

“I creatori sono gli unici responsabili del mantenimento delle promesse fatte nel progetto. Se non sono in grado di soddisfare i termini dell’accordo, potranno essere oggetto di azioni legali da parte dei sostenitori”: è questa la conclusione della sezione 4 delle condizioni d’uso, che prova a mettere al riparo Kickstarter da ogni responsabilità nel caso in cui il proliferare del crowdfunding dovesse far aumentare il numero di occasioni in cui le promesse non saranno mantenute .

Luca Annunziata

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Pubblicato il
23 set 2014
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