KidZui, the Internet for kids

KidZui, the Internet for kids

L'Internet per i bimbi, filtrata da specialisti, da un team editoriale dedicato e da genitori collaborativi, in perfetto stile duepuntozero. Si vede ciò che è permesso, il resto no
L'Internet per i bimbi, filtrata da specialisti, da un team editoriale dedicato e da genitori collaborativi, in perfetto stile duepuntozero. Si vede ciò che è permesso, il resto no

Con 200 collaboratori alle spalle, un totale di 8 milioni di dollari di finanziamenti e un certosino lavoro di certificazioni sito per sito , KidZui Inc . dà alla luce l’omonimo browser KidZui , “the Internet for kids”.

KidZui Il Web tagliato su misura per i bimbi, secondo la vision dell’azienda, è un ambiente da creare in maniera collaborativa . Genitori e parenti, fino ad oggi, hanno tentato di controllare la navigazione dei marmocchi facendo in gran parte uso di black list , di “liste nere” il cui obiettivo era di impedire la navigazione su siti porno o, comunque, con contenuti non adatti.

Il concetto seguito per questo nuovo browser è opposto: per farlo funzionare, l’azienda ha assunto 200 tra impiegati, genitori e insegnanti per esaminare e valutare siti Web, immagini e video. Tutto viene categorizzato e inserito in gruppi suddivisi per fasce d’età e c’è un intero team editoriale , dedicato a mantenere aggiornate le librerie. I marmocchi potranno, dunque, girare liberamente perché è possibile vedere tutto ciò che è permesso , mentre tutto il resto è vietato . Porno compreso , ovviamente.

Ma la scelta è davvero ampia: una volta che i genitori si iscrivono, i loro bimbi – fino a 10 per famiglia – possono eseguire il log-on a KidZui, creare e decorare un proprio avatar e navigare nella collezione di siti consentiti , già oggi ben oltre 500 mila . Non mancano vaste collezioni di video, immagini e ogni altro materiale, accuratamente revisionato dal team prima di essere approvato .

KidZui Ad ogni nuovo sito che i genitori collaborativi individuano e segnalano come adatto, si guadagnano punti, con i quali il marmocchio “usufruttuario” può decorare ulteriormente il proprio avatar o collezionare altri vantaggi.

Per realizzare tutto ciò l’azienda, con sede a San Diego, ha raccolto 8 milioni di dollari di finanziamenti: a settembre 2006, 3 milioni sono arrivati da Emergence Capital Partners e da First Round Capital, mentre a luglio 2007 altri 5 milioni sono giunti da Maveron . Il presidente dell’azienda è l’ex CEO di Mattel e Leapfrog , Tom Kalinske, insieme a cui figurano altri personaggi già noti nel mondo dello svago infantile e giovanile.

KidZui non è gratis. Per avere questo guardiano virtuale, mamma e papà dovranno “scucire” 9,95 dollari al mese , oppure 99,95 l’anno . Ma c’è la promozione: per il lancio, durante il primo mese il prezzo promozionale è di 4,95 dollari mensili . E i primi 30 giorni sono di “prova” gratuita , giorni in cui mamma e papà potranno sincerarsi dell’idoneità del servizio.

Non resta che sperare in un’espansione rapida, che offra il servizio anche in altre lingue: al cambio odierno , le mamme e i papà italiani che volessero aderire al servizio – lingua permettendo – dovrebbero pagare poco più di 3 euro al mese.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
20 mar 2008
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