Ksplice, kernel gratis su Fedora

Ksplice, kernel gratis su Fedora

Mai più reboot in seguito all'aggiornamento del kernel per gli utenti della popolare distro Linux sponsorizzata da Red Hat. Il servizio offerto da Ksplice diventa gratuito
Mai più reboot in seguito all'aggiornamento del kernel per gli utenti della popolare distro Linux sponsorizzata da Red Hat. Il servizio offerto da Ksplice diventa gratuito

La distro Linux Fedora si arricchisce di una possibilità che farà certamente felici admin di sistema e smanettoni sempre pronti ad aggiornare il kernel a ogni nuova versione: Ksplice , la tecnologia che permette di applicare i suddetti aggiornamenti senza obbligare per questo al riavvio del sistema, diventa un servizio gratuito per gli utenti Fedora .

Ksplice viene venduto come “servizio in sottoscrizione” grazie al quale applicare gli aggiornamenti di sicurezza al kernel Linux mantenendo il periodo di uptime della macchina – sia essa client o server. Una possibilità che risulta naturalmente appetibile soprattutto agli amministratori di sistema, e non a caso i clienti indicati da Ksplice includono popolari provider di servizi di web hosting come MediaTemple , DreamHost e HostGator .

Ksplice è un servizio a pagamento con costi che partono da 3,95 dollari per sistema al mese (dopo un periodo di prova di 30 giorni), mentre Fedora entra a far parte della ristrettissima cerchia di distro “supportate” dalla società Ksplice, Inc che garantisce la disponibilità gratuita degli update “bootless”. Prima di Fedora, solo Ubuntu Desktop poteva fregiarsi di una simile caratteristica.

“Centinaia di provider mondiali di cloud computing, società di web hosting e installazioni Linux aziendali usano Ksplice Uptrack per aggiornare i propri kernel in maniera continuata e senza interruzioni per i clienti – recita la press release della società – La novità di oggi è che milioni di utenti Fedora hanno la stessa possibilità”.

Dopotutto Ksplice “è stato in origine sviluppato proprio su Fedora”, dice il founder e CEO Jeff Arnold, dunque l’azienda sostiene di essere ben lieta di “fornire in cambio il servizio alla community Fedora gratuitamente”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 set 2010
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