Kurzweil: l'avvento dei nanocosi

Kurzweil: l'avvento dei nanocosi

One-man-show per lo scienziato-futurologo-scrittore che racconta la sua visione del futuro: interfacce ottiche e neurali per computer molto più potenti, mondi virtuali e uomini potenziati dalle nanosonde. Rivoluzione in 10 anni
One-man-show per lo scienziato-futurologo-scrittore che racconta la sua visione del futuro: interfacce ottiche e neurali per computer molto più potenti, mondi virtuali e uomini potenziati dalle nanosonde. Rivoluzione in 10 anni


Los Angeles – Autore di best-seller, ascoltatissimo futurologo, rispettato scienziato, eccentrico inventore e imprenditore di successo, Ray Kurzweil nelle scorse ore ha spiegato ad una audience californiana come e quanto rapidamente sta per cambiare dalla A alla Z la vita dell’individuo nei paesi ricchi. A causa della tecnologia, evidentemente.

Prendendo parola alla conferenza Business 4Site, Kurzweil ha parlato di un ambiente interconnesso nel quale un uomo potenziato (nei paesi ricchi?), espleterà molte delle proprie attività, dal lavoro alla comunicazione personale, al divertimento. Al centro di tutto questo ci sono gli sviluppi in settori-chiave e in particolare nella nanotecnologia .

“Una volta che avremo l’intera industria manifatturiera basata sulla nanotecnologia – ha sottolineato Kurzweil – praticamente il valore di tutti i prodotti fisici sarà attribuibile all’informazione”. Uno scenario che ancora una volta divide Kurzweil da pensatori e scienziati come Bill Joy , cofondatore di Sun, che già alcuni anni fa lanciò un avvertito allarme sul procedere della nanotecnologia. Posizione che da tempo Kurzweil contesta .

Lo stesso Kurzweil ieri ha dichiarato che l’industria si sta muovendo in questa direzione già ai nostri giorni pur non avendo a disposizione quell’insieme di nanotech che sarà comune domani. “Il rapporto prezzo-qualità di tutte le tecnologie dell’informazione – ha spiegato lo scienziato americano – sia hardware che software, raddoppia ogni anno, con il 50 per cento di deflazione”, concetto che indica come di anno in anno la medesima tecnologia costi il 50 per cento in meno.

Ed è su questo concetto che Kurzweil ha incardinato la propria Law of Accelerating Returns ( qui i dettagli), postulato secondo cui il ritmo di accelerazione del progresso tecnologico raddoppia ogni decennio, al punto che il 21esimo secolo “conterrà” in realtà 20mila anni di ricerca , se paragonati alla velocità dello sviluppo di oggi.


“Il computing, le comunicazioni, le tecnologie biologiche, il sequencing del DNA, la scansione cerebrale, la conoscenza del cervello umano e la conoscenza umana – ha continuato – stanno tutti in generale accelerando ad un ritmo ancora più veloce, perlopiù raddoppiando capacità, bandwith e rapporto qualità-prezzo ogni anno”.

Come suo solito, Kurzweil ha spinto molto in là il proprio pensiero traendo da queste premesse le sue conclusioni. “Una volta che l’intelligenza non biologica – ha affermato – raggiungerà l’ampiezza e la varietà dell’intelligenza umana, andrà necessariamente ben oltre a causa della continua accelerazione delle tecnologie basate sull’informazione, e della capacità delle macchine di condividere istantaneamente la conoscenza”.

Uno scenario, questo, che ha riempito molta parte dell’immaginario fantascientifico . Riflettendo su questo, qualche anno fa, uno scienziato-scrittore del calibro di Arthur C. Clarke si era augurato “che i computer ci trattino con benevolenza. Ma io temo che le macchine si sentiranno in diritto di trattarci come meritiamo”.

Ma quando avverrà tutto questo? Il processo è già in atto e il guru americano ha anche azzardato delle previsioni. “Ad un certo punto tra il 2020 e il 2025 – ha spiegato – saranno pochi atomi a rappresentare le funzionalità chiave dei transistor. Significherà questo la fine della Legge di Moore ? Si, ma non la fine della crescita esponenziale del computing”.

Secondo Kurzweil, già nel 2010 i computer avranno mutato il loro aspetto e sarà cambiato il modo in cui ci rapportiamo ad essi. Secondo lo scienziato americano l’interfaccia sarà la retina, dove il computer con cui si sarà connessi potrà sparare le immagini richieste. Entro il 2020 , ha continuato, un apparato informatico da mille dollari riuscirà ad emulare efficacemente la potenza dell’elaboratore umano.

Andando ancora un po’ più in là, in un contesto in cui il reverse engineering del cervello umano consentirà nuove applicazioni cerebrali dell’intelligenza artificiale, entro il 2029 Kurzweil immagina la presenza nel corpo umano di milioni di nanorobot , tra loro connessi e naturalmente connessi a internet. “Questo – ha dichiarato – porterà ad una espansione significativa dell’intelligenza umana. Noi siamo già capaci di balzi intellettuali che sarebbero impossibili senza la tecnologia”.

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Pubblicato il 17 giu 2004
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