La banda più larga non aiuta le aziende

La banda più larga non aiuta le aziende

La produttività delle connessioni in fibra? Nulla di diverso da quella delle ADSL su doppino, almeno stando a un recente studio
La produttività delle connessioni in fibra? Nulla di diverso da quella delle ADSL su doppino, almeno stando a un recente studio

Vale la pena spendere 43 miliardi di dollari statunitensi per ammodernare la rete a banda larga australiana? Il guadagno non giustifica il prezzo , risponde uno studio recente realizzato dall’istituto di ricerca neozelandese Motu Economic and Public Policy Research . Se l’aumento di produttività ottenuto con il passaggio dalle connessioni in dial-up a quelle (A)DSL è concreto, dice lo studio, lo stesso non si può dire per il passaggio dalle broadband “standard” a quelle su cavo.

I risultati del lavoro di Motu, che stanno animando la discussione tra il pubblico e la politica in Australia e anche altrove, si basano su uno studio preesistente del 2006 sulla tassazione e i report riferiti ai dipendenti di più di 6000 aziende, dati da cui è stato infine estrapolato l’indice di produttività individuale di ogni azienda.

“Abbiamo determinato che i benefici in termini di produttività scaturiti nel passaggio da una connessione semplice a una in banda larga sono materiali” si legge nelle conclusioni dello studio Motu, che al contrario non riesce a identificare “riscontri per differenziazioni di produttività basate sul tipo di connessione in broadband (su cavo piuttosto che altro)”.

Nick Minchin, ministro ombra per le telecomunicazioni australiano approfitta della ghiotta occasione per rinnovare i propri dubbi sul mega-piano governativo chiedendo a gran voce “un’analisi completa del rapporto costi-benefici della sconsiderata proposta da 43 miliardi del Labor”. Ma la raccomandazione del Motu è esplicita: invita ad usare la dovuta cautela nel considerare lo studio come una risposta definitiva alla questione.

“La conclusione che il passaggio a una broadband veloce via cavo partendo da qualsiasi altra forma di banda larga non abbia alcun effetto calcolato – sostiene l’istituto di ricerca – andrebbe interpretata con cautela” perché più di un motivo potrebbe condizionare negativamente l’obiettività del risultato. L’idea generalmente negativa che i manager hanno del social networking in ambito aziendale aggiunge infine l’ennesima variabile a una problematica che necessita di ulteriori indagini.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 nov 2009
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