La batteria ai polimeri verdi

La batteria ai polimeri verdi

Ricercatori svedesi hanno realizzato un design che incorpora un'alga capace di fare miracoli. Si prevedono accumulatori leggeri, ecosostenibili e con performance interessanti
Ricercatori svedesi hanno realizzato un design che incorpora un'alga capace di fare miracoli. Si prevedono accumulatori leggeri, ecosostenibili e con performance interessanti

Una ricerca della Uppsala University promette di rivoluzionare il mercato delle batterie stampabili e soluzioni energetiche similari. Maria Stromme e colleghi hanno trovato il modo di combinare un polimero conduttivo e un’alga verde ottenendo come risultato una batteria ultrasottile che si carica velocemente e offre una capacità energetica superiore agli altri accumulatori analoghi.

La principale qualità dei polimeri conduttivi è appunto quella di aprire le porte a nuovi scenari applicativi inclusa l’implementazione di “tag” intelligenti nei tessuti dei vestiti e fogli di carta elettronici, ma il prezzo da pagare è generalmente una bassa velocità nel caricamento della nano-batteria. Alla Uppsala hanno risolto il problema sviluppando un design capace di caricarsi completamente in soli 11 secondi.

La nanostruttura messa a punto dai ricercatori svedesi include uno strato di polipirrolo unito a fibre estratte dalla Cladophora algae , e tra le caratteristiche salienti il dispositivo vanta una capacità di circa 38-50 Ah per chilogrammo (il più alto valore registrato nella “categoria”), la possibilità di carica con correnti sino a 600 mA per centimetro quadro e, ultima ma non ultima, una ritenzione della capacità energetica del 94 per cento dopo più di 100 cicli di carica.

Una volta uscito dai laboratori il prototipo della Uppsala getterebbe le basi (tra le altre cose) per la produzione di sistemi di storage economici, efficienti e leggeri. “Sebbene le capacità di carica siano molto più alte di quelle riportate in precedenza per le batterie basate su polimeri” gongola Leif Nyholm del team svedese, “il principale vantaggio è quello delle performance nei cicli di carica. In effetti le nostre batterie possono passare per un maggior numero di cicli senza perdite significative nella capacità”.

Il lavoro di ricerca, accettato per la pubblicazione sul magazine Nano Letters , è a ogni modo ancora nelle fasi preliminari e gli studiosi pensano ora al lavoro da fare con le ottimizzazioni del design base.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
22 set 2009
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