Roma – La Biblioteca Apostolica Vaticana ha completato la prima fase di un progetto che, annunciato lo scorso anno, l’ha portata ad abbracciare la tecnologia RFID per catalogare e gestire oltre 50.000 dei suoi 120.000 volumi esposti al pubblico.
Il nuovo sistema di archiviazione prevede l’applicazione a libri o documenti di una speciale etichetta radio progettata in modo tale da non rovinare in alcun modo l’opera: l’etichetta, detta smart tag, permette l’identificazione di un oggetto a breve distanza per mezzo di un lettore hand held collegato, via wireless, ad un database centrale.
La biblioteca , che ospita quasi due milioni di libri, manoscritti e altre opere, afferma di aver adottato le radioetichette per snellire sensibilmente i processi di catalogazione e inventario e per velocizzare drasticamente la ricerca delle opere. Se in precedenza fare l’inventario poteva richiedere settimane di lavoro, a progetto ultimato i responsabili della biblioteca prevedono di ridurre questo tempo a mezza giornata.
Il sistema RFID è stato sviluppato dalla società italiana SERET in collaborazione con gli specialisti della Biblioteca Vaticana. Si tratta di una soluzione integrata per la gestione dei beni culturali all’interno di biblioteche, archivi e musei che applica la tecnologia RFID ai metodi di elaborazione, archiviazione e trasmissione dei dati secondo la prassi e le normative proprie della biblioteconomia, dell’archivistica e della museografia.
“Credo che quanto realizzato rappresenti una svolta concettuale nella gestione dei beni culturali e un punto di riferimento imprescindibile per chiunque necessiti di razionalizzare, gestire ed integrare più processi operativi in un unico sistema polifunzionale, nell’ambito di diversi settori culturali”, affermò lo scorso anno Angelo Pianese, presidente di SERET, in occasione della presentazione di Pergamon.